Esprimiamo preoccupazione rispetto ad alcune misure contenute nel Piano anticancro elaborato dalla Commissione Beca (Beating cancer) del Parlamento europeo. In particolare, ci preoccupa la generalizzazione sugli effetti del consumo di alcol quale strategia a lungo termine per la prevenzione delle patologie croniche e di quelle oncologiche».
Inizia così la nota di Assodistil (Associazione nazionale industriali distillatori di alcol ed acquavite) in seguito all’approvazione dello schema definitivo del Report stilato dalla Commissione Beca. Report che sarà poi votato dell’assemblea plenaria del Parlamento europeo, tra gennaio e febbraio del 2022.
«La nostra associazione – continua la nota – è da sempre al fianco delle istituzioni europee e italiane nelle battaglie per la salute dei consumatori. È da sottolineare però che alcuni degli interventi proposti dalla Commissione Beca, nella loro attuale formulazione, potrebbero non essere correttamente indirizzati. Interventi che rischiano di rivelarsi controproducenti sia rispetto ad altri interessi tutelati dall’Unione Europea che agli stessi obiettivi del Piano».
ABUSO DI ALCOL O CONSUMO RESPONSABILE?
«Nonostante sia indubbio – afferma AssoDistil – che l’abuso di alcol sia tra i principali fattori di rischio di alcune patologie, appare palesemente oltre misura condannare il consumo di alcol. Condanna fatta a prescindere da un quantitativo minimo metabolizzabile ed in ragione delle condizioni soggettive del consumatore».
Nella relazione approvata dalla Commissione Beca, si legge che “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol”. Si interpretano quindi i dati scientifici nel senso che, in mancanza dell’individuabilità di un limite oggettivo, il prodotto debba essere bandito nella sua interezza».
AssoDistil sottolinea come da diversi anni sono attivi in Italia piani strategici che vedono il Ministero della Salute svolgere un ruolo primario nella direzione e monitoraggio nella lotta agli abusi. Piani che al contempo coinvolgono in modo attivo i portatori di interesse. Il tutto in attuazione della legge quadro in materia di consumo di bevande alcoliche e problemi correlati.
“Coerentemente con i dati scientifici a disposizione – prosegue AssoDistil – nel nostro Paese la lotta agli abusi viene condotta in congiunzione ad altri aspetti della vita individuale e sociale. Primo fra tutti le abitudini alimentari equilibrate e l’assistenza in condizioni socioeducative di svantaggio”.
NO ALLA PENALIZZAZIONE DEL SETTORE DISTILLATORIO
Secondo AssoDistil la mancata contestualizzazione del problema da parte delle istituzioni europee rischia di pregiudicare ingiustificabilmente un intero settore. Inoltre AssoDistil sottolinea come tra le “bevande spiritose” vi sono Indicazioni Geografiche, le cui qualità sono il risultato di fattori naturali e umani unici. IG che rappresentano un bene collettivo, legato al patrimonio dei territori di cui sono espressione. IG non adatte a un consumo finalizzato al benessere generale, e che svolgono un ruolo fondamentale nel tutelare e promuovere le risorse locali.
In questo contesto, solo se opportunamente sostenute, queste Indicazioni Geografiche possono continuare a prevenire la delocalizzazione della produzione. Creare posti di lavoro, stimolare sviluppo locale e la conservazione dei prodotti alimentari tradizionali, dell’ambiente e della biodiversità», evidenzia AssoDistil.
«AssoDistil – conclude la nota – conferma il pieno impegno dei suoi associati a promuovere una corretta informazione verso il consumo consapevole e moderato delle bevande spiritose, nell’ottica degli obiettivi del Piano di Lotta al Cancro ed agli altri disturbi alcol-correlati, ma chiediamo alle istituzioni di impegnarsi affinché il settore non venga ingiustificatamente penalizzato con misure illogicamente afflittive».
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