Lombardia – Le aziende uniscono tradizione e innovazione per garantire prodotti sempre più al passo coi tempi e apprezzati dai consumatori in Italia e all’estero”. Grazie alle nuove tecnologie – spiega Coldiretti Lombardia – la tracciabilità è assicurata. È il caso ad esempio del vino con la carta d’identità 2.0 di Stefano Ravizza, imprenditore pavese di 31 anni che sulle colline tra Stradella e Zenevredo coltiva 12 ettari di vigneti: per scoprire come nascono le sue bottiglie e gelatine di vino basta avvicinare lo smartphone e fotografare il codice a barre sulla confezione. Protagonista di un vero e proprio boom è invece il vino ecosostenibile, custode della biodiversità naturale: dal 2008 a oggi – afferma la Coldiretti regionale – la superficie coltivata con metodo biologico in Lombardia è più che raddoppiata, superando i duemila ettari. E sempre a proposito di sostenibilità, c’è chi riesce a coltivare vino anche in territori ostili come Maurizio Herman, 45 anni, che dal 2015 lavora un appezzamento di circa un ettaro a 600 metri sul livello del mare tra il Comune di Chiavenna e quello di Piuro: un caso di viticoltura eroica, praticata in ambienti con una pendenza accentuata e con l’utilizzo di murature di sostegno. I terrazzamenti caratterizzano anche l’attività di Claudia Crippa, che gestisce un’azienda a La Valletta Brianza in provincia di Lecco. ”Abbiamo scelto di unire l’attività di coltivazione e vinificazione a quella agrituristica – spiega Claudia Crippa – perché crediamo nella forza dei prodotti e del territorio” La strada verso l’eccellenza passa anche attraverso la tradizione: Manuele Biava in provincia di Bergamo produce il Moscato di Scanzo, un vino da record perché è la più piccola Docg d’Italia ottenuta dall’omonimo vitigno autoctono, coltivato esclusivamente nel Comune di Scanzorosciate. Si rivolge invece a consumatori più esigenti e amanti delle particolarità il luxury wine dell’azienda agricola La Rocchetta di Villongo (Bg), arricchito con vera polvere d’oro alimentare di 24 carati. Un capitolo a parte è rappresentato dalla nascita e diffusione del wine beauty – conclude Coldiretti Lombardia – che oggi riguarda dalla crema antietà allo spumante allo shampoo al vino rosato, fino allo stick labbra agli estratti di foglie di vite. ”Abbiamo deciso di far nascere dalle nostre uve alcuni prodotti per cosmesi a base di Barbera – spiega Paolo Goggi, titolare dell’azienda agricola Gravanago a Fortunago (Pv) – E’ ricco di antiossidanti e polifenoli naturali che prevengono l’invecchiamento della pelle: nelle nostre creme c’è il 5% di vino mentre nelle saponette utilizziamo le bucce, profumate e antiallergiche”.
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