Walter Massa: «Le ragioni delle mie dimissioni dal nuovo Cda Fivi»

«Ho rinunciato perché i vignaioli hanno scelto la continuità»

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Come anticipato da winemag.it, Walter Massa ha rassegnato le proprie dimissioni dal nuovo Cda di Fivi. Lunedì 21 marzo, il primo Consiglio del nuovo Direttivo Fivi ha visto Andrea Pieropan sedere al posto di Walter Massa, che spiega le ragioni delle sue dimissioni. Ecco il testo integrale diramato dal vignaiolo.

Ho rinunciato al ruolo di Consigliere Fivi perché i vignaioli hanno scelto la continuità ed è giusto ascoltare il voto democratico. Il risultato elettorale dice che la squadra fino ad ora guidata da Matilde Poggi, il cui testimone passa a Cesconi, accontenta la maggioranza dei circa 1400 soci Fivi.

Anche se una riflessione andrebbe fatta proprio sul sistema di voto. Siamo riusciti ad evitare con l’ultima modifica dello statuto, grazie soprattutto al lavoro di Michele Fino, quello che successe durante le elezioni del 2019.

In un’Associazione come Fivi, il cui primo obiettivo deve essere quello di difendere gli interessi e il lavoro dei Vignaioli, non ci possono essere spaccature.

So di essere un personaggio ingombrante ma non sono mai stato un vignaiolo “contro fivi”, come mi ha definito qualcuno, o “colui che voleva distruggere la Fivi” come, con grande amarezza, mi è stato riferito.

Ho sempre solo cercato di portare argomenti PRO FIVI, per la Fivi.

In oltre 50 anni di lavoro nei campi e nella vigna non ho mai tradito la terra. E gli uomini che hanno lavorato con me.

Chi è chiamato a governare non dovrebbe considerare “contro” quelli che criticano in maniera propositiva. C’è tanto su cui lavorare, oltre al mercato di Piacenza.

L’obiettivo più importante per me resta la codifica e la regolamentazione della figura del viticoltore e del vignaiolo, a tutti i livelli. Sono conscio che si tratta di una partita titanica ma il vignaiolo deve potere “ostentare” la propria dignità.

Comunque son convinto che il tempo è giudice e galantuomo. In questi vent’anni tanti sono già venuti a Canossa, anzi a Monleale.

Io il mio sogno di ottenere il vino dalla mia terra, di modificare il pensiero agricolo della mia famiglia l’ho realizzato. Ottengo un vino agricolo gestito in maniera artigianale, che ha il nome del mio territorio e che è entrato nel salotto buono dell’enologia mondiale. Grazie agli amici colleghi vignaioli che hanno condiviso con me 45 anni di percorso, oggi il mio territorio continua a vestirsi di nuove viti.

Il mio impegno per questa Fivi sarebbe stato mettere a disposizione questi miei 45 anni in prima linea, 143 anni di azienda, il percorso di quattro generazioni.

Mi sono messo a disposizione di una Fivi che ho contribuito a fondare, che ho visto crescere e ho servito per 13 anni.

Questo per recuperare i tanti vignaioli affermati che negli ultimi tre anni hanno perso la fiducia in Fivi e per dare sicurezza ai giovani che vedono il loro futuro nella terra e non solo nel vino.

La mia candidatura è stata voluta e sostenuta da questi vignaioli e dai tanti che hanno contribuito a scrivere il programma mio e di Cesare Corazza, Celestino Gaspari, Andrea Picchioni, Simona Fino, Pietro Monti, Enza La Fauci e Claudio Conterno.

Questi ultimi due sono stati invitati ad abbandonare prematuramente la competizione elettorale.

I giovani vignaioli, gli under 40, non devono aspettare di avere 60 anni per ammodernare la propria cantina, devono poterlo fare oggi e con una serenità economica garantita da una grande e credibile organizzazione.

Fivi deve avere strumenti tecnici d’avanguardia, come un proprio osservatorio economico, un proprio tavolo enologico permanente e un tavolo agronomico per trattare i temi di nuovi parassiti, nematodi e altri nuovi insetti che da circa un lustro minacciano i vigneti nel rispetto della vigna e dell’ambiente.

Queste e altre erano le idee che portavo in Fivi, idee che avrebbero fatto sicuramente discutere.

Ma per poter cambiare le cose non basta Walter Massa, c’è bisogno della squadra.

La gente che mi dimostra stima e che continua ad apprezzare il mio pensiero e il mio lavoro non manca.

Solo per solo, preferisco muovermi in autonomia, continuare a dare un senso a nuovi progetti nati come la Fivi da i sogni di “quattro amici al bar”.

Sono contento che nel Consiglio sia rappresentata la Calabria con il vignaiolo Francesco Maria De Franco e apprezzo i nuovi consiglieri con i quali ho avuto già modo di confrontarmi, dal laziale Ludovico Botti alla toscana Monica Raspi, dal giovane piemontese Pietro Monti all’altoatesino Stefan Vaja.

Andrea Pieropan, oltre a onorare il grande Leonildo con il lavoro in azienda, di certo lavorerà per affrancarne il “di Lui” Fivipensiero.

Scossone nel nuovo Cda Fivi: dimissioni di Walter Massa e Andrea Picchioni

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