La ricetta Unionbirrai: meno burocrazia e filiera birra 100% italiana

Le richieste in occasione della presentazione del bilancio del primo anno di attività del progetto LOB.IT, coordinato dal Crea

La ricetta Unionbirrai meno burocrazia e filiera della birra 100% italiana
Unire l’impegno per una birra 100% italiana, con la creazione di filiere brassicole 100% italiane, a un piano concreto di semplificazione e sburocratizzazione operativa. È questa la richiesta avanzata da Unionbirrai, l’associazione che rappresenta i piccoli birrifici indipendenti italiani, durante la presentazione del bilancio del primo anno di attività del progetto LOB.IT, coordinato dal Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria), l’ente di ricerca del Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e della Sovranità Alimentare.
Un progetto che mira non solo a valorizzare le materie prime locali, ma a consolidare la filiera produttiva brassicola italiana, dall’orzo al bicchiere.

L’IMPORTANZA DELLE FILIERE CORTE DELLA BIRRA ITALIANA

«L’importante lavoro portato avanti sul sostegno alla produzione di materie prime locali di qualità, affinché si giunga alla creazione di filiere corte della birra offrirà al comparto ulteriori validi elementi di marketing territoriale che ben si conciliano con le nostre prospettive di puntare sul turismo brassicolo e le cosiddette Strade della Birra» ha dichiarato Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai.

Il concetto di filiera corta, già ben radicato nell’enologia, rappresenta un’opportunità chiave per il settore brassicolo artigianale italiano, che può così rafforzare il proprio legame con i territori e ampliare il proprio appeal sia per i consumatori locali sia per i turisti. L’utilizzo di materie prime italiane – come luppolo e orzo coltivati sul territorio nazionale – non solo garantisce tracciabilità e qualità, ma diventa un elemento distintivo in un mercato sempre più competitivo e globalizzato.

LA BUROCRAZIA AFFONDA LA BIRRA 100% ITALIANA

Tuttavia, Ferraris ha sottolineato come le sole iniziative legate alla filiera non siano sufficienti per garantire la crescita e la sostenibilità delle imprese brassicole, soprattutto quelle di dimensioni più ridotte. «Per ridare slancio e sostenere le imprese del settore, soprattutto le più piccole, diviene cruciale alleggerire il carico di obblighi burocratici pensati per l’industria, che comportano un onere di tempo ed economico per i birrifici artigianali, ma anche un aggravio per la correlata spesa pubblica per i controlli».

I birrifici artigianali, infatti, si trovano spesso a dover affrontare procedure pensate per grandi industrie, come l’obbligo di tenuta di registri specifici, documentazione dettagliata e bolli di accompagnamento merci, che rallentano l’operatività senza apportare benefici reali al sistema di controllo fiscale o qualitativo.

LE RICHIESTE DI UNIONBIRRAI PER LA FILIERA BRASSICOLA ITALIANA

Tra le proposte avanzate da Unionbirrai spiccano l’eliminazione dell’obbligo della bolla di accompagnamento merce XAB per i microbirrifici, con possibilità di utilizzo dei più comuni Documenti di Trasporto (DDT). In secondo luogo, l’armonizzazione delle norme introdotte dal decreto ministeriale 4 giugno 2019, che ha già avviato un primo passo verso la semplificazione, ma che attualmente soffre di interpretazioni disomogenee tra i diversi territori, generando disparità di trattamento. Infine, secondo Uniobirrai, occorre proseguire con l’iter di confronto avviato presso il Masaf, al fine di realizzare riforme organiche che tengano conto delle specificità del comparto artigianale.

«Piccole agevolazioni tecniche e burocratiche che, nella loro globalità – ha concluso Ferraris – si rivelerebbero determinanti per l’operatività quotidiana delle piccole imprese brassicole. Per questo, continuiamo ad auspicare che riprenda l’iter di confronto, avviato oramai un anno fa al Masaf, che possa condurre a riforme organiche e impattanti».

STRADE DELLA BIRRA, TURISMO BRASSICOLO E NUOVE OPPORTUNITÀ

Oltre alla semplificazione burocratica, Unionbirrai guarda con interesse a un altro fenomeno in forte espansione. Quello del turismo brassicolo, già ben sviluppato in paesi come Belgio, Germania e Repubblica Ceca, ma che in Italia ha ancora margini di crescita significativi. La creazione di Strade della birra, sul modello delle Strade del Vino, potrebbe diventare uno strumento di valorizzazione sia per i birrifici sia per i territori, combinando degustazioni, visite guidate e itinerari culturali.

Richieste che, secondo Unionbirrai, costituiscono un passo fondamentale per garantire un futuro solido e sostenibile al comparto brassicolo italiano. Da un lato, il rafforzamento delle filiere 100% italiane consentirebbe di incrementare la qualità e la riconoscibilità del prodotto; dall’altro, le semplificazioni burocratiche permetterebbero ai piccoli produttori di concentrarsi sull’innovazione e sulla crescita. Un binomio, quello tra tradizione territoriale e modernità gestionale, che può trasformare la birra artigianale italiana in un simbolo di eccellenza riconosciuto a livello internazionale.

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