Il record di più antica cantina dedita alla produzione di spumanti ungheresi? Rischia di passare in secondo piano, almeno in tempi di crisi di disponibilità di materie prime nel settore del vino. Nei cunicoli di Littke pezsgőgyár, la “fabbrica specializzata in Champagne” con la più lunga tradizione dell’Ungheria – la fondazione risale al 1859 – si trovano infatti 180 mila bottiglie di vetro vuote. Accatastate a prendere polvere.
Un numero che sarebbe in grado di rispondere alle necessità di decine di piccole cantine magiare, che come altre nel mondo stanno facendo i conti con aumenti dei costi di produzione che sfiorano il 40%, vista la scarsa disponibilità di materiale e prodotto.
Oltre ai rincari delle bollette dell’energia, è la carenza di bottiglie di vetro a mettere a rischio il futuro di parecchi vignaioli, non più in grado di rispondere alle aspettative dell’export. Senza la possibilità di imbottigliare, il vino resta in cantina. Oppure rimane invenduto, se i mercati rigettano i rincari.
Littke pezsgőgyár si trova a Pécs, quinta città magiara per numero di abitanti. Siamo nella zona sud-occidentale del Paese, a una quarantina di chilometri dalla capitale dei vini rossi ungheresi, Villány. Non lontano dal confine con la Croazia.
LA STORIA DI LITTKE PEZSGŐGYÁR, OGGI LITTKE PALACE
La famiglia Liedtke, traslata poi localmente in Littke, si stabilì a Pécs dalla Polonia, all’inizio del Settecento. La fondazione della “fabbrica di Champagne” a Szent István tér (piazza Santo Stefano) si deve a Lőrke Littke (1809–1879). Appassionato di vino e spumanti, tornò in patria dopo essersi formato in Francia, Germania e Italia, dando vita al suo sogno.
Oggi, forse, il fondatore saprebbe come utilizzare meglio quel patrimonio di 180 mila bottiglie di vetro accatastate nei 2 chilometri di cunicoli. L’antica fabbrica, scavata sino a 12 metri di profondità, è arrivata a produrre svariati milioni di bottiglie, prima degli anni Ottanta.
Col passare degli anni, la produzione si ridimensionata. La Littke pezsgőgyár è diventata Littke Palace, dal nome della moderna struttura che sovrasta l’edificio originario. Dell’attuale proprietà svedese nessuna traccia durante la visita di winemag.it.
Nel fresco ventre della cantina, ogni anno rifermentano sui lieviti appena 20 mila bottiglie a marchio Littke, suddivise in tre etichette (due bianchi e un rosé). Le altre, immobili e silenziose, stanno lì a guardare compiersi il miracolo dello “Champagne”. Polvere permettendo.
® Riproduzione riservata
sostieni winemag.it
Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.
Dello stesso autore
- Tommasi, nuova cantina sull’Etna: suoi 15 ettari di Tenuta Chiuse del Signore
- In Inghilterra apre una distilleria a settimana: a Milano, Distillo Expo fotografa il trend italiano
- Verso Prowein 2022, dal 15 al 17 maggio: focus su clima e “zero alcol”
- Vini di Salerno: Aglianicone sempre più protagonista
- Val de Loire Millésime 2022 tra certezze (Cabernet Franc) e novità a Champtoceaux e Anjou
Nato con la penna in mano, poi ci è finito pure un calice. Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi WineMag.it. Segno Vergine allergico alle ingiustizie, innamorato delle cause perse e del blind tasting, vivo questo mestiere come una missione per conto del lettore. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” in collaborazione con la redazione e partecipo come giurato a concorsi enologici internazionali. Nell’ultimo anno ho curato la selezione vini esteri per un importatore leader in Italia. Apprezzi indipendenza e qualità dell’informazione? Sostieni WineMag.it con un euro al mese