IN BREVE
- Torre di Terzolan si trova nella Val Squaranto, area ricca di biodiversità e storia.
- Fondata nel 2015 da Roberta Previdi, l’azienda si propone di recuperare la vocazione agricola originale della proprietà.
- La cantina Ipogea, scavata nella roccia, collega la villa trecentesca alla casa colonica del XIV secolo.
- La produzione vinicola utilizza l’anfora per valorizzare il territorio, affiancandosi al legno nel processo di affinamento.
- Le tipologie di vino includono un Valpolicella affinato in anfora e un Amarone elegante, coerente con l’identità aziendale.
Torre di Terzolan è una delle realtà più singolari della Valpolicella orientale. Siamo in Val Squaranto, area ancora poco conosciuta dall’ambiente integro e dalla forte identità geologica. Zona caratterizzata da grande biodiversità e dalla forte matrice calcarea e vulcanica dei terreni. Già nel XIV secolo gli Scaligeri, signori di Verona e fra le famiglie più potenti d’Italia, scelsero Torre di Terzolan come tenuta di caccia.
Cinque secoli più tardi, nella stessa proprietà, il cardinale fiorentino Niccolò Ridolfi, figura vicina al soglio pontificio prematuramente scomparsa durante un conclave in circostanze mai del tutto chiarite, avviò la produzione di vino e olio. Qui, negli anni Novanta, arriva Roberta Previdi, attratta dal fascino dell’Alta Val Squaranto e dalla possibilità di vivere in un luogo dove natura, architettura e storia convivono.
UN PROGETTO TRA STORIA E PAESAGGIO
Roberta Previdi fonda l’azienda nel 2015, trasformando un legame familiare con la villa trecentesca, appartenuta agli avi del marito, in un progetto vitivinicolo. La scelta è chiara fin dall’inizio: recuperarela vocazione agricola originaria della proprietà, senza forzature. La tenuta comprende3 ettari di vigneto e 6 ettari di oliveto. Un’estensione ridotta, coerente con un’idea di viticoltura misurata e rispettosa del contesto storico e naturale.
La produzione annuale si attesta tra le 12.000 e le 13.000 bottiglie. La cantina è uno degli elementi più distintivi di Torre di Terzolan. Ipogea, in parte scavata nella roccia, risale al Cinquecento e collega sotterraneamente la villa alla casa colonica del XIV secolo, oggi centro operativo della produzione biologica.
L’ANFORA COME SCELTA TECNICA
Dal 2018 l’anfora è diventata il filo conduttore della produzione enologica. Non una scelta estetica, ma uno strumento tecnico pensato per valorizzare il territorio della Val Squaranto, la sua particolare esposizione e ventilazione, la sua marcata presenza di calcare bianco, responsabile di acidità naturale e sapidità nei vini.
Le anfore non sostituiscono il legno, ma gli si affiancano nel processo di affinamento. «L’anfora valorizza il frutto e rispetta la mineralità dei nostri suoli come nessun altro materiale – spiega Roberta Previdi –. Non sottrae nulla rispetto al legno, anzi lo completa, regalando freschezza ed eleganza».
I VINI E LO STILE AZIENDALE
Corvina, corvinone, rondinella e croatina. I vitigni tradizionali della Valpolicella. Una scelta in linea con la visione del suocero di Roberta Previdi, che già decenni fa aveva riconosciuto la vocazione viticola di questo areale. Torre di Terzolan porta avanti una lettura personale della Valpolicella e dalla Val Squaranto.
Visone fondata su misura e precisione. La gamma si articola su tre rossi. Il Valpolicella Doc è affinato solo in anfora. Il Valpolicella Superiore combina legno e anfora, cercando un equilibrio più articolato. L’Amarone rappresenta il fulcro del progetto che proprio nell’ultima annata, la 2018, trova la sua chiave di volta. Affinato a lungo (fino a sei anni) tra barrique e anfora colpisce da subito per la sua eleganza. Fresco, sapido e verticale tanto al naso quanto al sorso.
Pieno e materico, ma senza eccedere nelle “larghezze” e morbidezze che spesso caratterizzano i vini di questa parte del Veneto. Un Amarone, e in generale una linea di vini, dallo stile ben definito, proprio. Vini che raccontano in modo chiaro, preciso e intrigante l’identità della Val Squaranto.






