IN BREVE
- Il Prošek è un vino dolce tradizionale della Dalmazia, riconosciuto per la sua storia e diversità.
- Il vino dolce passito Prošek, bianco o rosso, non può essere confuso con il Prosecco italiano: bottiglie diverse, prezzi molto più elevati.
- Questo vino è ottenuto da uve autoctone della Croazia e segue pratiche di produzione artigianali, con una produzione limitata a circa 80 mila bottiglie all’anno.
- La varietà ampelografica del Prošek è ampia, comprende sia uve bianche che rosse, ognuna con caratteristiche uniche.
- Il Prošek si abbina bene a dessert, ma offre anche espressioni gustose con piatti salati e formaggi stagionati.
Il Prošek è un vino dolce tradizionale della Dalmazia. Una tipologia profondamente radicata nella storia vitivinicola croata. Spesso è oggetto di fraintendimenti terminologici e stilistici, al di fuori del suo contesto d’origine. L’Italia ha compiuto una battaglia politica aspra e feroce in Europa contro i vignaioli della Dalmazia, la regione croata dove questo vino dolce viene prodotto dalla notte dei tempi. L’obiettivo era evitare che ottenesse il (pur meritato) riconoscimento, con quel nome. Al centro del dibattito c’è il fatto che “Prošek” (che si legge pròshek) ricorderebbe “Prosecco”. La tesi italiana, avallata dalle autorità europee nel maggio 2024? «I consumatori potrebbero confondersi».
Eppure, sia alla vista – delle bottiglie, di forma completamente diversa, ma anche del vino, che non è spumante e ha colori che variano dal giallo dorato all’ambra, sino al rosso rubino e granato – che all’assaggio – le uve con cui viene prodotto sono autoctone della Dalmazia, addirittura a bacca rossa – il Prošek non ha nulla a che vedere con il Prosecco portabandiera del Made in Italy nel mondo. Nonostante ciò, organismi come Coldiretti sono arrivati addirittura a parlare di italian sounding. Riducendo la storia centenaria del vino dolce dalmata a quella di un Parmesan o di una Zottarella qualunque. E offendendo, così, in maniera imperdonabile, un’intera nazione: la Croazia.
Prošek, italian sounding? IL VINO DOLCE DELLA DALMAZIA è PIù ANTICO DEL PROSECCO
Si tratta infatti di un vino fermo, ottenuto da uve appassite, che rientra nella grande famiglia dei passiti mediterranei. Tuttavia ha caratteristiche fortemente identitarie, legate a territorio, vitigni autoctoni e pratiche produttive artigianali. Le origini del Prošek sono antiche e documentate già in epoca medievale.
Per secoli è stato un vino prodotto in ambito domestico. Era destinato alle occasioni importanti, ai riti religiosi e all’ospitalità. Ancora oggi la produzione resta limitata a circa 80 mila bottiglie all’anno. Spesso è affidata a piccole realtà familiari, con rese molto basse e lunghi tempi di lavorazione. La normativa croata ne tutela la tipologia come vino tradizionale, pur lasciando una certa libertà interpretativa ai produttori.
Dal punto di vista tecnico, il Prošek nasce da uve lasciate appassire al sole o in ambienti ben ventilati. I grappoli vengono posti su graticci o cassette, per un periodo variabile che può durare da alcune settimane a diversi mesi. L’obiettivo è la concentrazione degli zuccheri, ma anche degli acidi e del patrimonio aromatico.
La fermentazione è spesso lenta e può arrestarsi naturalmente, dando origine a vini con residui zuccherini elevati, ma bilanciati da freschezza, sapidità. Nel caso dei rossi, da una trama tannica più o meno marcata. L’affinamento può avvenire in acciaio, in legno (frequentemente rovere di Slavonia). Oppure in combinazione, con tempi che spaziano da pochi mesi a diversi anni.
LE UVE DEL Prošek, A BACCA BIANCA O ROSSA
Uno degli elementi chiave del Prošek è la grande varietà ampelografica. Tra le uve bianche spiccano Maraština, Pošip e Bogdanuša, capaci di dare vini di colore dorato o ambrato. Sono giocati su agrumi, frutta gialla, miele, erbe della macchia mediterranea e una marcata impronta salina. Sul fronte delle uve rosse dominano Plavac mali, Babić e, più raramente, Babica Kaštelanska. Portano al calice note di ciliegia, amarena, fichi, prugne disidratate, spezie dolci, tabacco. Talvolta richiami ferrosi e balsamici. Non mancano esempi di uvaggi che uniscono varietà bianche e rosse. Un elemento che amplia ulteriormente lo spettro stilistico.
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Le tipologie di Prošek sono quindi tutt’altro che monolitiche. Accanto ai classici Prošek ambrati da uve bianche, esistono versioni rosse più o meno concentrate. Ci sono interpretazioni di grande freschezza e tensione acida. Vini di struttura quasi liquorosa e altri più leggiadri, giocati sull’equilibrio tra dolcezza, alcol e componente fenolica.
Comune denominatore resta la vocazione all’abbinamento non scontato. Se il dessert è un compagno naturale, molti Prošek trovano espressione convincente anche su piatti salati, formaggi stagionati o preparazioni secche. Questo è reso possibile grazie alla loro complessità e alla spinta sapida.
I MIGLIORI Prošek DELLA DALMAZIA
La selezione che segue mette in luce proprio questa pluralità di stili, vitigni e interpretazioni. Una panoramica rappresentativa di ciò che oggi il Prošek è in grado di esprimere, tra fedeltà alla tradizione e ricerca di precisione tecnica ed equilibrio.
| VINO E ANNATA | CANTINA | ALCOL | PUNTI |
|---|---|---|---|
| Ego Prošek 2020 | Ego Vina - Dalmatian wines | 14% | 95 |
| Un Prošek da uve Babić in purezza, con 156 g/l di residuo. Si presenta nel calice di un rubino luminoso, penetrabile alla vista. Al naso preziose note di frutta rossa e nera tendente alla confettura, come ciliegia, fragole, ribes, more, prugne disidratate. Note per nulla urlate, anzi: del tutto armoniche, rese ancora più golose da richiami di cioccolato fuso e spezie come cannella e vaniglia. Più in sottofondo, torrefazione e tostatura. In ingresso di bocca colpisce per la vivida acidità, che bilancia - insieme a un'altrettanto presente nota sapida - il quadro dolce della frutta e quello glicerico dell'alcol. Lunga la persistenza, che chiama il sorso successivo. Un vino giovane, con lunga vita davanti. Convince per l'estrema pulizia e precisione, oltre che per l'eccellente equilibrio del sorso. | |||
| Prošek | Hvar Hills Winery | 15,5% | 91 |
| Preview assoluta, non ancora in commercio ed etichettato. Uve Bogdanuša e Maraština dall'isola di Hvar: 30 mesi in barrique di rovere di Slavonia. Residuo di 93,5 g/l. Color ambra alla vista, luminoso. Naso su spezie calde (cannella, vaniglia), frutta a polpa gialla sotto sciroppo come pesca e albicocca, confettura di pera, ma anche frutta secca come nocciole e arachidi. Quadro che si arricchisce anche di una componente di erbe aromatiche della macchia mediterranea, tipico della tipologia. Il sorso abbina frutta, spezie e tinte mielate a una freschezza che esalta la beva. Tensione amaricante-fenolica in chiusura, che tronca una persistenza pur sufficiente. | |||
| Prošek 2020 Suza Plavca | Korta Katarina | 15% | SV |
| Bottiglia difettata. | |||
| Maraština vino bianco dolce 2019 | Vinarija Birin | 16% | 94 |
| Sul tappo, ma non sull'etichetta, la scritta Dalmatia Prošek. Alla vista si presenta di un ambra piuttosto intenso, luminoso. Sono gli agrumi a dominare al naso, insieme a un curioso (e stuzzicante) richiamo di pepe bianco. Un olfatto preciso ed elegante che si allarga alla frutta gialla stramatura, come la pesca e l'albicocca. Macchia mediterranea e iodio a fare da contorno, in un quadro che si conferma sempre più apprezzabile e stratificato. Al palato, lo "slatko bijelo vino" di Birin è ricco ma garbato, elegante. Riconferma al centro gli agrumi, attorno ai quali danzano frutta gialla, spezie, componente di erbe aromatiche (alloro, rosmarino) e vena salina. Chiude sapido e balsamico, ricordando finocchietto e mentuccia selvatica. Nell'abbinamento, ottimo su portate secche, oltre che sul dolce. | |||
| Deorum Limited edition | Sladić family | 15% | 92 |
| Ambra luminoso, alla vista, invitante. Primo naso su ricordi di tabacco e incenso, fumo di pipa dolce e frutta secca. La componente mielata porta con sé anche frutta sotto sciroppo, come albicocca e pesca. Ecco gli agrumi, dalla buccia alla polpa. Il naso diventa sempre più leggiadro con l'ossigenazione, sulla scorta delle note dolci, mielate. Sorso che rispecchia immediatamente questa caratteristica, sin dall'ingresso. Deorum è un nettare denso, di buona struttura e complessità, dal perfetto equilibrio tra la componente zuccherina, la freschezza e l'alcolicità. Degna di nota la chiusura, persistente, su tinte speziate fresche, balsamiche: una caratteristica che chiama un sorso dopo l'altro, insieme alla piacevole tendenza amara. Vino con cui osare, su piatti secchi oltre che portate di dolci. | |||
| Testament Prošek 2019 | Testament Winery | 14,5% | 94 |
| Uvaggio di Pošip e Babić. Granato impenetrabile alla vista. Al naso è intenso, sulla confettura di frutta rossa (fragola, ciliegia) più che nera (mora, mirtillo, prugna secca). Bel corredo di spezie calde. Al sorso è ampio, denso, ma al contempo si lascia bere con gran leggiadria, grazie alla fragrante freschezza e alla naturale sapidità. Perfetta la corrispondenza gusto-olfattiva, con richiami netti alla torrefazione e alla caramella mou nel finale. Un Prošek che chiama il piatto, per abbinamenti arditi. Lunga vita davanti. | |||
| Prošek 2017 ExProšek | Stina | 15,5% | 95 |
| Granato mediamente penetrabile alla vista. Naso che si stiracchia sulla ciliegia e sulla prugna disidratata, levandosi di dosso un po' di cuoio, tabacco e nota vinosa. Un naso sorprendente, ancora vivo non solo sul frutto, ma sulla freschezza, nonostante l'appassimento. A confermare questa impressione, ecco gli agrumi rossi (arancia sanguinella). Terziari molto integrati, anche in seguito a una maggiore ossigenazione del nettare nel calice. Beva agile per questo Prošek che ricorda certi Porto Ruby. Trama tannica integrata che ci mette del suo nel bilanciare perfettamente il residuo zuccherino. Il risultato, in definitiva, è un sorso elegante, garbato, mai urlato nei sentori, pur di grande piacevolezza. In una parola, a convincere è l'equilibrio. Vita davanti? Ne ha ancora. Da provare, come altri Prošek, ben al di là dello scontato abbinamento col dolce. | |||
| Prošek 2018 | Gracin | 14,5% | 94 |
| Granato di buona luminosità, alla vista. Al naso la giusta impronta di quasi un decennio sulle spalle, con note tostate e di cuoio che iniziano a prendersi il palco. Ma il microfono è ancora saldamente in mano alla frutta: confettura di ciliegie (o meglio amarene), prugne disidratate e fichi, con curiosi ricordi di agrumi rossi come l'arancia sanguinella. Note morbide ed eleganti, di cioccolato e vaniglia, quelle conferite dal legno. Fanno il paio con una speziatura che tende al balsamico, ravvivando il quadro. L'ottima freschezza, al palato, bilancia il residuo zuccherino prima di un finale lungo, piuttosto asciutto e sapido, certamente goloso, coi suoi ritorni di frutta e tostatura dolce. Bere oggi o conservare ancora. | |||
| Prošek 2021 | Vinarija Rizman | 17% | 93 |
| Tappo importante per questo Prošek 2021: la lunghezza lascia intravedere l'intenzione, di Rizman, di produrre un vino di grande longevità. Convince in prima battuta anche il naso, di grande precisione sugli agrumi e su una componente floreale bianca, fresca. Ricordi di albicocca sciroppata, erbe della macchia mediterranea e una speziatura elegantissima che spazia dal pepe bianco alla vaniglia bourbon, sono un ottimo presagio per l'assaggio. Il sorso è ricco e strutturato, denso, sapido, fruttato e al contempo balsamico. Diversa la matrice della frutta tra naso e bocca: qui si vira sulla frutta secca, accompagnata da una golosa componente mielata prima della chiusura fresca, mentolata. Vino già apprezzabile ma dalla lunga vita davanti: darà il meglio di sé in evoluzione. | |||
| Carevac vino da uve appassite | Pavičić Vina | 13,5% | 85 |
| Alla vista si presenta di un color ambrato chiaro, luminoso. Primo naso che soffre di un po' di riduzione. Si apre piano, su note erbacee che ricordano la ruta, per poi virare dalla scorza alla polpa di pompelmo. Con l'ossigenazione cresce la componente fruttata su quella erbacea. Emerge anche un tocco di elicriso. I 125 g/l di residuo sono ben bilanciati in un sorso denso e strutturato, che ripresenta i tratti tipici, ferrosi, della ruta, oltre a ricordi di frutta secca come le noci. La leggera impronta fenolica porta a una tendenza amara che chiude il sorso prima del necessario, spinta anche da un filo di tannino. | |||
| Pošip da uve appassite 2022 | Ego Vina - Dalmatian wines | 11,5% | 96 |
| Giallo dorato alla vista, luminoso. Al naso è limpido sull'albicocca e sulla pesca sotto sciroppo. Richiami salini ricordano il mare della Dalmazia. L'ossigenazione porta ulteriori strati: ecco le erbe della macchia mediterranea (alloro, salvia, rosmarino), gli agrumi, spezie calde come la vaniglia, ancor più che lo zafferano. Un tocco di cannella, in sottofondo, insieme a un vago ricordo di cioccolato bianco. Il sorso è pieno, denso. Ricchissimo nella riproposizione delle note avvertite al naso. Sorretto da un'ottima freschezza e reso irresistibile da una piacevolissima vena sapida, che accompagna dall'ingresso sino al lungo finale, fruttato. Un passito bilanciatissimo che non stanca mai la beva, nonostante la dolcezza e grazie a un tenore alcolico molto basso. Un faro nella produzione di Pošip passito. | |||
| Stagnum desertni 2016 | Miloš | 16% | 93 |
| Plavac mali in purezza, 80 g/l di residuo zuccherino. Rubino alla vista, con iniziale tendenza al granato. Un colore piuttosto sorprendente, in termini di gioventù. Ma a confermare tale impressione è anche il naso, ben fresco: ciliegia matura, fico, un accenno di dattero ma, soprattutto, una bella matrice speziata e di erbe aromatiche che avvicina al balsamico. Vino in continua mutazione nel calice, tanto da portare persino una manciata di curry e curcuma. L'assaggio è altrettanto convincente, in termini di freschezza, anche se il tannino, leggermente sabbioso, finisce per ostacolare la piacevolissima scorrevolezza di beva. Nulla di insuperabile con il giusto abbinamento. | |||
| Desertno Vino Plavac Mali & Babica Kastelanska | Vina Matela | 14,5% | 90 |
| Unica bottiglia del tasting in formato 0,75 litri. Granato impenetrabile alla vista. Naso delicato, floreale (viola, rosa) e fruttato (amarena, datteri, prugne, fichi). Leggera venatura di erbe della macchia mediterranea e ricordi di spezie dolci (cannella, vaniglia). Il sorso è fresco e gode del bel dualismo tra abbondante residuo zuccherino e tannino. Il risultato è una beva piuttosto leggiadra, non certo densa come quella di altri Prošek, ma decisamente piacevole nel suo insieme. Tanto da ingolosire all'idea dell'abbinamento con piatti secchi, oltre che dolci. | |||
| Prošek 2021 | Hvar Hills Winery | 15% | 95 |
| Seconda preview assoluta della cantina Hvar Hills: vino non ancora in commercio ed etichettato. Plavac mali in purezza, 120 grammi di residuo zuccherino. Alla vista si presenta di un rubino intenso, al cuore; luminoso e penetrabile, all'unghia. Al naso richiami netti di amarena, fichi e prugne disidratate, avvolte in un manto elegantissimo di spezie, dalla vaniglia al pepe bianco, e di erbe della macchia mediterranea (rosmarino, alloro). Ingresso di bocca denso, con la frutta ad imporsi in perfetta corrispondenza gusto-olfattiva. Allungo su freschezza e tannino, nel segno di un gran equilibrio. Caratteristiche che, insieme, tratteggiano i contorni di un vino all'inizio del proprio percorso evolutivo. | |||






