IN BREVE
- È iniziato oggi a Gorizia Collio Evolution, in programma fino al 27 ottobre.
- La ricerca presentata da Nomisma analizza la percezione e il valore del Collio tra i consumatori di vino, evidenziando nuovi spunti di valorizzazione.
- Il Collio si posiziona come leader tra le colline italiane produttrici di bianchi di qualità, con una notorietà crescente tra i consumatori.
- L’enoturismo emerge come opportunità, con un interesse significativo per le degustazioni e le attività legate ai vini della regione vinicola.
- Luca Raccaro, presidente del Consorzio, esprime soddisfazione per i risultati e per la missione di raccontare l’evoluzione del Collio.
Ha preso il via oggi pomeriggio Collio Evolution 2025, il primo evento istituzionale dedicato alla denominazione Collio, promosso dal Consorzio Tutela Vini Collio. La manifestazione, in programma fino a lunedì 27 ottobre tra Gorizia e Cormons, si è aperta con il convegno “Collio Evolution: il futuro inizia dal Presente”, ospitato nella Prefettura di Gorizia.
Durante l’incontro è stata presentata la ricerca “Collio Experience. Percezione, valore e futuro di un territorio tra vino ed enoturismo”, realizzata da Nomisma Wine Monitor per il Consorzio. Lo studio, curato da Denis Pantini, analizza notorietà, posizionamento e prospettive del Collio tra i consumatori italiani di vino, delineando nuove opportunità di valorizzazione per la denominazione.
COLLIO TRA I TERRITORI ITALIANI PIÙ RICONOSCIUTI PER I BIANCHI DI QUALITÀ
La ricerca, condotta su 1.500 consumatori italiani di vino, conferma che il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni più apprezzate per la produzione di bianchi fermi di qualità, indicata dal 13% degli intervistati, seconda solo all’Alto Adige (15%). Nel dettaglio, il Collio si posiziona al primo posto tra i territori collinari italiani produttori di bianchi di pregio, a pari merito con il Soave, entrambi al 13,4% delle risposte. Seguono le colline di San Gimignano (Toscana) e le aree di Terlano, Appiano e Termeno (Alto Adige).
Quasi tutti i consumatori abituali di vino bianco conoscono almeno una denominazione del Collio. Ma solo il 53% è consapevole della provenienza effettiva da questo territorio. La conoscenza del Collio emerge così come una leva decisiva per ampliare la base dei consumatori, soprattutto per i vitigni autoctoni come Ribolla Gialla e Friulano, meno riconosciuti rispetto agli internazionali come Pinot Grigio o Sauvignon, presenti sul territorio dalla fine dell’Ottocento.
I CONSUMATORI SCELGONO IL COLLIO FUORI CASA E NE PREMIANO FRESCHEZZA ED EQUILIBRIO
Dall’indagine emerge che i vini del Collio vengono consumati principalmente fuori casa, in ristoranti e wine bar, mentre l’acquisto per consumo domestico resta marginale.
I punti di forza più citati sono l’equilibrio tra corpo e freschezza e la complessità aromatica.
Caratteristiche, queste, che rendono i bianchi del Collio particolarmente apprezzati. Il profilo del “real user” del Collio è quello di un uomo tra i 30 e i 45 anni, con istruzione elevata, reddito medio-alto, attenzione alla sostenibilità e interesse per l’enoturismo.
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CHI NON CONSUMA I VINI DEL COLLIO LI CONOSCE POCO O NON LI TROVA
Tra chi non consuma vini del Collio, il 46% cita la scarsa conoscenza come principale motivo, mentre il 24% lamenta la mancata reperibilità nei ristoranti o nei punti vendita abituali. Nonostante ciò, 9 su 10 di questi consumatori dichiarano curiosità e disponibilità a provarli. Secondo Nomisma, la comunicazione diretta e una presenza più capillare sul mercato restano leve strategiche per aumentare la diffusione dei vini del territorio.
ENOTURISMO: UN MOTORE STRATEGICO PER IL FUTURO DEL COLLIO
Il tema dell’enoturismo è emerso come una delle chiavi più promettenti per il futuro della denominazione. Un italiano su due tra i consumatori abituali di vino pratica viaggi legati al vino, con percentuali più elevate tra millennial (30-44 anni), wine expert e persone con livello di istruzione e reddito superiori.
Il 13% degli enoturisti italiani ha già visitato il Collio e oltre il 40% dichiara l’intenzione di recarvisi in futuro. Tra i motivi principali, la bellezza del paesaggio (94%), la qualità dei vini (90%) e l’organizzazione dell’accoglienza (83%). Le esperienze più desiderate includono degustazioni in azienda (23%), pranzi con vini e prodotti tipici (17%), visite guidate in cantina e ai vigneti, oltre agli acquisti diretti dai produttori.
LA COMUNICAZIONE COME STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE
La ricerca indica che la comunicazione esperienziale è la chiave per rafforzare la notorietà del Collio. Le modalità più efficaci, secondo i consumatori, sono le degustazioni nei ristoranti e wine bar (21%), la partecipazione a eventi e festival dedicati (17%) e le iniziative enoturistiche (13%).
I social network e gli influencer risultano invece strumenti più rilevanti per i giovani sotto i 30 anni, con un tasso di preferenza che sale al 18%. «La conoscenza e l’esperienza diretta del territorio restano le chiavi più efficaci per rafforzare il valore percepito del Collio e attrarre nuovi consumatori, soprattutto tra le generazioni più giovani» ha sottolineato Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor.
LUCA RACCARO: «COLLIO EVOLUTION È IL PRIMO EVENTO ISTITUZIONALE DELLA DENOMINAZIONE»
«Siamo molto contenti dei risultati di questa ricerca, che confermano la percezione positiva che avevamo del nostro territorio e dei suoi vini» ha dichiarato Luca Raccaro, presidente del Consorzio Tutela Vini Collio. «Siamo inoltre orgogliosi, insieme al Consiglio di Amministrazione, di aver dato vita a Collio Evolution: il primo evento istituzionale della Denominazione, pensato per raccontare il Collio e la sua capacità di evolversi, unendo tradizione e innovazione».
Il programma prosegue domani, domenica 26 ottobre, e lunedì 27 ottobre con degustazioni tecniche, walk around tasting, incontri con i produttori e la cerimonia del Premio Collio, giunto alla XVIII edizione. Protagonista di questa prima edizione è il Friulano, vino identitario del territorio, interpretato da oltre 50 aziende attraverso un ampio ventaglio di annate, simbolo dell’evoluzione di un’area vitivinicola che guarda al futuro partendo dalle proprie radici.






