IN BREVE
- Nel 2025 l’Associazione Sommelier Albanese celebra 20 anni di attività dedicata alla formazione della cultura del vino in Albania.
- Nell’intervista esclusiva rilasciata a Winemag dal presidente Dashamir Elezi, si ripercorrono le tappe dell’Organizata Shqiptare e Sommelierisë.
- Ben radicata l’alleanza con l’Italia, tra Associazione italiana sommelier e Aspi – Associazione Sommellerie Professionale Italiana.
- Oggi l’OSHS conta circa 240-250 soci e ha ottenuto riconoscimenti internazionali, affrontando sfide come la migrazione dei sommelier.
- L’associazione mira a migliorare la qualità delle produzioni vinicole locali, valorizzando il know-how e l’eccellenza della materia prima.
Nel 2025 l’Organizata Shqiptare e Sommelierisë (OSHS), l’Associazione Sommelier Albanese, compie vent’anni. La cerimonia celebrativa si è svolta al Maritim Hotel Plaza di Tirana la sera del 12 dicembre. Riuniti qui soci, formatori e rappresentanti del mondo del vino albanese che, in questi due decenni, hanno accompagnato la crescita della sommellerie nel Paese dei Balcani. Un anniversario che segna una tappa importante per una realtà nata nel 2005, con l’obiettivo di costruire una cultura professionale del vino in Albania.
L’associazione è stata fondata da Dashamir Elezi, oggi presidente dell’associazione, insieme a Petraq Ilollari, Dritan Beqiri, Sokol Luçi e Silvana Hyseni. Cinque soci fondatori che hanno dato forma a un progetto allora pionieristico, oggi riconosciuto a livello internazionale.
LE ORIGINI DELLA SOMMELLERIE ALBANESE
In un’intervista esclusiva rilasciata a Winemag, Dashamir Elezi ripercorre le tappe che hanno portato ai 20 dell’Associazione Sommelier Albanese. Due decenni in stretta relazione con l’Italia. Dal 1997 Elezi frequenta i corsi dell’Associazione italiana sommeleir nelle Marche, fino a diventare degustatore ufficiale. Un’esperienza che gli consente di acquisire competenze tecniche e una visione strutturata della professione.
Nel 2002 il rientro in Albania, questa volta come imprenditore. Elezi avvia una società di import-export, inizialmente focalizzata su prodotti per la pulizia professionale provenienti dall’Italia. Parallelamente resta vivo il legame con il vino, che alimenta una tradizione familiare legata all’agronomia e al settore vitivinicolo.
DALL’IDEA ALLA FONDAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE
L’idea di creare un’associazione prende forma grazie al confronto con l’allora presidente regionale della Sommellerie Marchigiana, Teodoro Bugari. Un monumento della sommellerie italiana (scomparso nel 2011). È lui ad incoraggiare Elezi a fondare una realtà autonoma in Albania. A partire dal 2002 iniziano le prime attività: corsi privati, incontri informali dedicati all’abbinamento cibo-vino e importazione di vini italiani nel paese dei Balcani.
Attorno a questa figura in ascesa nel panorama enologico albanese, inizia così a raggrupparsi un team interessato a costruire «qualcosa di più strutturato». Nascono così lo statuto e il regolamento interno, redatti con il supporto legale necessario. «Il 25 maggio 2005 – spiega Elezi – è arrivato il riconoscimento ufficiale dello Stato albanese, con l’assegnazione della partita Iva e la definizione formale degli scopi associativi».
CRESCITA E CONTATTI INTERNAZIONALI dell’Organizata Shqiptare e Sommelierisë
«Nei primi anni – continua il fondatore – l’Organizata Shqiptare e Sommelierisë, l’Associazione Sommelier Albanese, contava solo cinque membri, ovvero i fondatori. Ma l’obiettivo, per noi, era chiaro: crescere attraverso la formazione. A partire dal 2006 abbiamo organizzato con continuità due o tre corsi annuali per sommelier, grazie anche al contributo di figure come lo stesso Teodoro Bugari, Claudio Giacomini, Graziano Simonetti e Otello Renzi.
Centrale anche il ruolo di Giuseppe Vaccarini. Sono gli anni della sua presidenza dell’Associazione Italiana Sommeliers (1999-2002). Ruolo grazie al quale ha potuto accompagna l’associazione albanese nel suo percorso di consolidamento, che continua oggi in qualità di massimo rappresentante di Aspi – Associazione Sommellerie Professionale Italiana.
Nel 2006 Dashamir Elezi entra poi in contatto con l’Associazione Internazionale dei Sommelier (ASI), grazie al supporto di Gualberto Compagnucci, campione d’Italia della sommellerie e Commendatore della Repubblica italiana. Nel 2007 viene presentata la candidatura ufficiale all’ASI, seguita dalla visita di un fiduciario internazionale in Albania. Nello stesso anno, l’associazione viene accettata come membro candidato. Per poi ottenere nel 2009 lo status di membro a pieno titolo durante l’Assemblea generale.
SOCI, FORMAZIONE E SFIDE ATTUALI
Oggi l’Organizata Shqiptare e Sommelierisë conta circa 240-250 soci. Un numero significativo se rapportato alle dimensioni dell’Albania, Paese di 2,3 milioni di abitanti. L’associazione ha promosso negli anni concorsi nazionali e la partecipazione a competizioni internazionali, raggiungendo con i suoi soci anche le semifinali. Una testimonianza del livello di preparazione dei professionisti formati a Tirana.
Resta tuttavia aperta la sfida della migrazione giovanile nel Paese dei Balcani. «Molti sommelier albanesi, una volta completato il percorso formativo – spiega a Winemag Dashamir Elezi – lavorano all’estero. In Croazia, Slovenia, Italia, Germania, Francia, Stati Uniti e Australia. La crescita dell’associazione è progressiva e legata a un contesto demografico limitato, ma dinamico».
I RISULTATI DEL CONCORSO ENOLOGICO DI POGRADEC
Ciliegina sulla torta dei festeggiamenti per i 20 anni dell’Associazione Sommelier Albanese è stata la partecipazione di quattro sommelier albanesi al Concorso del vino di Pogradec, cittadina dell’Albania che si affaccia sul lago di Ocrida (o lago di Ohrid), tra i più profondi e più ricchi di biodiversità d’Europa . Di seguito i risultati.
Nella categoria dei vini bianchi il primo posto è andato a Kantina Fani di Berat, seguita da Kantina Kopliku di Malsia e Madhe e da Kantina Bejko di Permeti. Per quanto riguarda i vini rossi, la vittoria è stata conquistata da Kantina Max Wine di Korça, davanti a Kantina Sina di Tepelene e a Kantina Flavio di Durazzo. Nella categoria dei rosé, infine, si è imposta Kantina Binjakët di Tirana, con Kantina Fani di Berat al secondo posto e Kantina Max Wine di Korça al terzo.
«Nonostante si trattasse di un piccolo concorso provinciale, nella zona sudest del Paese – commenta Elezi – aziende di altre zone hanno risposto bene al nostro appello. La qualità delle produzioni più artigianali può, e deve, ancora crescere. La materia prima è eccellente, ma c’è tanto da lavorare in termini di know-how, per chi lavora in maniera “naturale”. Le premesse ci sono tutte per un futuro luminoso per il vino albanese, come dimostrano i vini delle cantine dotate di una migliore tecnologia».






