Orzo distico da birra, in Puglia protocollo di filiera

IN BREVE
  • A Leverano si è svolto il convegno su “Orzo Distico da Birra” con la firma di un protocollo d’intesa per garantire stabilità al settore.
  • L’accordo prevede un contratto di filiera triennale, un prezzo minimo garantito per i produttori e un premio qualità.
  • Il sistema di tracciabilità sarà gestito da Coldiretti Puglia e Consorzio Birra Italiana per garantire trasparenza e sicurezza alimentare.
  • Nonostante un aumento nella produzione di orzo distico, mancano protocolli italiani riconosciuti a livello internazionale.
  • Il modello pugliese di cooperazione tra produttori, malterie e birrifici offre un esempio replicabile per il Made in Italy brassicolo.

A Leverano, nel cuore del Salento, si è tenuto il convegno nazionale dedicato a «Orzo Distico da Birra – La filiera virtuosa da sostenere». L’incontro ha segnato un passaggio cruciale con la firma del protocollo d’intesa tra Coldiretti Puglia, Consorzio Birra Italiana e la malteria Dekòre.

L’accordo introduce un contratto di filiera triennale, operativo dalla campagna 2025/2026, con l’obiettivo di garantire stabilità e prospettive di crescita al comparto.

PREZZO MINIMO E PREMIO QUALITÀ

Il protocollo prevede un prezzo minimo garantito per i produttori, calcolato sui costi medi stimati da Ismea, al quale potrà aggiungersi un premio qualità in base agli standard raggiunti. È fissata inoltre la progressiva crescita dei quantitativi contrattualizzati, in linea con la capacità produttiva della malteria e con le esigenze dei birrifici.

Un punto centrale riguarda il sistema di tracciabilità e controlli in campo curato da Coldiretti Puglia e dal Consorzio Birra Italiana, con l’obiettivo di assicurare trasparenza e sicurezza alimentare lungo tutta la catena. Il protocollo introduce anche l’uso esclusivo di sementi certificate e l’applicazione del disciplinare di produzione integrata della Regione Puglia.

PRODUZIONE IN CRESCITA DEL 20%

Secondo i dati presentati al convegno, la produzione di orzo distico da birra dovrebbe raggiungere quest’anno circa 1,5 milioni di quintali, con un incremento del 20% rispetto al 2024. Un risultato positivo per la filiera della birra 100% italiana, penalizzata negli anni scorsi dagli effetti del cambiamento climatico tra siccità e maltempo.

Le varietà oggi riconosciute e in moltiplicazione dal Crea comprendono alcune delle più diffuse in Europa. Parallelamente, l’università di Udine sta portando avanti un progetto con il Consorzio Birra Italiana finanziato dal Pnrr, finalizzato all’individuazione di varietà più resistenti ai cambiamenti climatici.

SFIDE E CRITICITÀ

Nonostante i progressi, resta una criticità: la mancanza di protocolli italiani riconosciuti a livello internazionale per la validazione dell’orzo da birra. Un limite che rende ancora più importante l’investimento in ricerca e cooperazione.

Le rilevazioni Ismea evidenziano inoltre oscillazioni significative dei prezzi all’ingrosso, confermando l’urgenza di un sistema di contratti capace di garantire stabilità e redditività agli agricoltori.

MODELLO PUGLIESE REPLICABILE

L’esperienza avviata in Puglia si presenta come un modello di innovazione e coesione territoriale. La collaborazione tra produttori, malterie e birrifici offre infatti un esempio replicabile su scala nazionale, capace di ridurre la dipendenza dalle importazioni e rafforzare il valore del Made in Italy brassicolo.

Un passo concreto verso un’agricoltura identitaria e sostenibile, in grado di trasformare il lavoro nei campi in qualità riconoscibile fino al bicchiere.

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