Il senatore chiede la nomina urgente di un commissario esterno per salvare la vendemmia 2025 della cantina pavese. La cooperativa è in crisi profonda, aggravata da un calo produttivo stimato al 60%. La Regione ha rinviato il Cda previsto per metà luglio.
«Solo un rapido commissariamento, affidato a una personalità esterna al territorio, potrà consentire ai soci produttori di mettere in sicurezza l’ormai prossima vendemmia 2025». È quanto chiede Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, in merito alla crisi che investe Terre d’Oltrepò, la più grande Cantina sociale dell’Oltrepò Pavese. Centinaio auspica un intervento immediato del governo per garantire almeno la gestione dell’attuale campagna vendemmiale, sottolineando l’urgenza di «salvare il salvabile».
CRISI STRUTTURALE E CALO DEL 60% DELLA PRODUZIONE
Terre d’Oltrepò attraversa da tempo una crisi interna, aggravata nel 2024 da un crollo della produzione stimato intorno al 60%. Lo scorso 8 luglio, il Consiglio di amministrazione si è dimesso in blocco. Tre giorni dopo è stato eletto un nuovo Consiglio, formato da rappresentanti di Confcooperative, Regione Lombardia, Cia e Coldiretti, che ha portato alla presidenza Mattia Affini e Filippo Nevelli.
Tuttavia, la ratifica delle nomine è stata sospesa., come rivelato da Winamg già lo scorso 15 luglio. La Regione Lombardia, su richiesta del presidente del collegio sindacale, ha rinviato il Cda previsto per il 15 luglio, riconvocandolo per l’8 e 9 agosto, per approfondimenti sulla situazione finanziaria.
CENTINAIO: «BASTA SOTTERFUGI, SERVONO RESPONSABILITÀ»
«È il momento che tutti prendano atto della condizione di crisi in corso, senza ricercare sotterfugi o soluzioni alternative di scarsa efficacia» ha affermato Centinaio. «Le Istituzioni – ha aggiunto – potranno accompagnare questo percorso di risanamento, ma sempre nel rispetto dell’autonomia che è propria di una società a capitale privato».
Infine, il senatore leghista ha respinto le critiche rivolte ai rappresentanti statali: «Criticare ora chi rappresenta lo Stato per questa situazione è inopportuno e ingiustificato e non aiuterà certo a superare le difficoltà».