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Ristoranti, Fipe: «Apertura serale in zona gialla non più rinviabile»

«La riapertura serale, almeno nelle zone gialle, dei pubblici esercizi in grado di garantire il servizio al tavolo non è più rinviabile». Lo sottolinea Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi.

«Chiediamo ai nostri imprenditori di applicare con rigore i protocolli sanitari e chiediamo alle Istituzioni controlli a tappeto perché tutti li rispettino. Tutto questo per consentirci di poter riaprire anche alla sera, fino alle 22, in zona gialla e fino alle 18 in zona arancione».

«È significativo che anche l’Anci, e dunque i sindaci di tutta Italia, si sia detta favorevole a un allentamento delle restrizioni – continua Fipe – nei confronti di bar e ristoranti. Sta crescendo la consapevolezza che è più facile far rispettare le misure di distanziamento e di sicurezza sanitaria all’interno di un locale, piuttosto che nelle piazze e nelle strade dove le persone finiscono per assembrarsi senza alcuna precauzione.

Ci auguriamo che il primo Dpcm del nuovo governo segni un cambio di passo nelle politiche di mitigazione del contagio da covid19, che da troppo tempo stanno penalizzando solo alcune categorie caricandole di responsabilità che non gli spettano».

«Da un anno – prosegue la Federazione italiana pubblici esercizi – portiamo avanti la battaglia a difesa della dignità di centinaia di migliaia di imprese che non possono essere aperte o chiuse con un’ordinanza pubblicata nella notte e valida dalla mattina successiva».

Secondo Fipe «occorre rispetto per il lavoro di oltre un milione di persone e per un’intera filiera che proprio in bar e ristoranti ha un fondamentale punto di riferimento». Richieste che arrivano «mentre i contagi si stanno diffondendo a macchia di leopardo sul territorio, con piccoli focolai e città pressoché immuni».

In virtù della situazione attuale, la Federazione pubblici esercizi chiede che le azioni siano a misura locale: «Chiediamo che le aperture possano essere regolate anche su base locale, di modo che le misure restrittive siano efficaci e selettive».

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