IN BREVE
- La tenuta Querceto di Castellina, fondata da Guido Masini nel 1945, conserva l’antica filosofia di ospitalità e legame con il territorio.
- La cantina è stata inaugurata nel 1998 da Jacopo Di Battista, segnando l’inizio della produzione con il vino Chianti Classico L’Aura.
- Il Chianti Classico DOCG L’Aura viene prodotto con uve 100% Sangiovese, coltivate biologicamente.
- Querceto di Castellina produce anche altre etichette, come Sei, Jac, Podalirio, Livia, Furtivo e Venti, che riflettono vari aspetti del terroir.
Si chiamava Guido Masini l’uomo che, nel 1945, vide nascere un’idea tra i tronchi dei castagni sul dorso di una collina tra Castellina in Chianti e Radda: fare di quell’angolo ameno un rifugio di campagna per la famiglia, con giusto qualche vigna per produrre del vino “di casa”. Sono passati 80 anni e, per quanto la produzione vitivinicola sia da allora sensibilmente cambiata sotto diversi punti di vista, la tenuta e la cantina Querceto di Castellina conservano la stessa, antica filosofia: accogliere, per rigenerare.
All’inizio, le vigne erano un gesto domestico, più vicine all’idea di vino da consumare in famiglia che a un progetto enologico. Negli anni Ottanta, la figlia di Guido, Laura, e il marito Giorgio Di Battista iniziano a risvegliare questo luogo. Restaurando il borgo e trasformandolo in una casa aperta a chi cerca autenticità
80 ANNI DI QUERCETO DI CASTELLINA
L’attività di agriturismo e la cantina, fondata nel 1998, testimoniano una crescita graduale, costruita senza perdere di vista l’identità originaria: legame con il territorio, produzione misurata, ospitalità come valore. Il 1998, appunto, è un anno fondamentale. Il figlio Jacopo – di ritorno da esperienze lavorative nel settore del turismo – inaugura la nuova cantina e imbottiglia la prima annata con il marchio Querceto di Castellina.
Oggi, nel 2025, la tenuta festeggia i suoi primi 80 anni dalla fondazione con l’impianto di un nuovo vigneto, previsto per i primi mesi del 2026: mezzo ettaro dedicato totalmente al Sangiovese, destinato ad accrescere la produzione del Chianti Classico L’aura, il vino che più di tutti rappresenta l’anima di Querceto di Castellina.
LA VERTICALE DI L’AURA, DAL 1998 AL 2023
Il Chianti Classico DOCG L’Aura prende il nome dalla proprietaria della tenuta e mamma di Jacopo, Laura Masini Di Battista. Ma si ispira anche al verso del Canzoniere di Francesco Petrarca: «Erano i capei d’oro a l’aura sparsi». Un omaggio alla Toscana, insomma, che passa attraverso un uvaggio 100% Sangiovese coltivato con tecniche biologiche.
L’annata 1998, degustata nel 2025, è sorprendente per nerbo e acidità. Tutt’altro che spenta, porta ancora oggi in eredità l’intuizione di Jacopo Di Battista, che già all’epoca aveva deciso di investire nel Sangiovese scegliendolo come uvaggio in purezza per la prima produzione di L’Aura.
Piccolo cambio di rotta, ma significativo, per le annate 2000, 2004 e 2006, con Merlot in assemblaggio insieme al Sangiovese e affinamento in barrique. In tutte e tre le annate, il Merlot tende a cannibalizzare il Sangiovese, togliendo lucidità all’insieme: ne guadagna, però, la morbidezza (per chi la cerca).
Sulla carta, le annate 2016 e 2019 sarebbero state tra le migliori per questa verticale di Chianti Classico L’Aura, ma è dal 2020 e poi dal 2021, con l’introduzione dell’affinamento in cemento per parte del vino, che l’eleganza di L’Aura prende una strada e un’impronta ben definite. Le annate 2021, 2022 e 2023 sono setose ma di carattere. Mostrano una tensione alla croccantezza e a un sorso più limpido e garbato. Sono giovani, ma promettono benissimo.
GLI ALTRI VINI DI QUERCETO DI CASTELLINA
Accanto a L’Aura, prima etichetta e manifesto stilistico dell’azienda, Querceto di Castellina produce:
- Sei – Chianti Classico Gran Selezione DOCG. Sangiovese in purezza dalle parcelle migliori del vigneto Belvedere. Struttura, precisione tannica, profondità aromatica. Sei è un numero ricorrente per la famiglia Di Battista, ed è per questo che ha meritato di essere scelto come nome di questa etichetta.
- Jac – IGT Toscana Cabernet Franc. Interpretazione toscana del vitigno, fine ed essenziale, giocata su freschezza, trama tannica sottile e verticalità.
- Podalirio – IGT Toscana Merlot- Merlot di collina, misurato e lineare, che privilegia equilibrio e tessitura più che opulenza. Prende il nome da una farfalla molto diffusa sulle colline chiantigiane.
- Livia – IGT Toscana Bianco (Viognier e Roussanne). Piccola parcella sperimentale, lavorata interamente a mano; bianco elegante, profilo mediterraneo con richiami rodani. Il nome è ispirato a Livia, la nipotina e piccola di casa Di Battista.
- Furtivo – IGT Toscana Rosato (Sangiovese). Rosato da pressatura soffice, agile, sapido, prodotto per offrire bevibilità e pulizia aromatica.
- Venti – Sangiovese e Merlot, disponibile solo in cantina. Realizzato per celebrare il ventesimo anniversario di Querceto di Castellina, è un vino elegante che mette in risalto le uve Sangiovese e Merlot della tenuta.
LA FILOSOFIA DI QUERCETO DI CASTELLINA

Fin dagli inizi, quando i vigneti hanno iniziato a entrare in produzione, l’azienda ha scelto la strada del biologico. La certificazione è arrivata nel 2012, confermando un percorso che già prevedeva gestione agronomica rispettosa, assenza di diserbo chimico e attenzione alla biodiversità e alle essenze spontanee che circondano i vigneti. Se, però, l’isolamento dei vigneti rende relativamente facile preservare le viti dagli agenti chimici che potrebbero essere sparsi da altri produttori, l’estensione della proprietà e il suo essere circondata da boschi quasi incontaminati rende complicato (e costoso) difenderle dall’attacco degli animali selvatici.
«La personalità dei vini di Querceto di Castellina nasce da un terroir naturalmente predisposto alla viticoltura: l’eredità genetica migliore – commenta Jacopo Di Battista -. Questo favorevole contesto ci ha consentito di impostare da subito il lavoro in vigna e in cantina secondo i principi dell’agricoltura biologica e dell’ecosostenibilità. Ci troviamo su un territorio ricco di biodiversità, ma questo significa anche che serve uno sforzo maggiore per evitare che gli animali presenti in natura distruggano i vigneti. Per circondare la proprietà con le reti abbiamo speso circa 60mila euro».
«Non siamo gli unici – prosegue Di Battista -. Questa è una spesa sempre a carico dei proprietari, non ci sono leggi o fondi a supporto di questa attività, che pure è importante. In ogni caso, per noi è essenziale produrre vini territoriali, riconoscibili, onesti ed eleganti, che abbiano una forte personalità. Questo può essere fatto solo se il rispetto per il territorio e per l’ambiente sono autentici, e non di facciata».
Querceto di Castellina: 80 anni con L’Aura in bocca. https://shop.quercetodicastellina.com/it/shop/l-aura/.






