Giuseppe Luciano Aieta, titolare con il marito Davide Zoppi della cantina di Bonassola, denuncia un’aggressione subita tra i filari. La coppia parla di un clima di pressioni e intimidazioni che dura da tempo. Proprio quest’anno la cantina è stata premiata come Miglior Cantina Italiana 2025 da Winemag.
Un produttore vinicolo ligure denuncia un’aggressione subita in vigna. Percosse, minacce e un tentativo di violenza sessuale scuotono Bonassola, nel Levante. La lettera aperta firmata da Giuseppe Luciano Aieta e dal marito Davide Zoppi, titolari della rinomata cantina Cà du Ferrà, chiede alla comunità di reagire a un clima di intimidazioni divenuto insopportabile per la coppia, sposata dal 2016.
L’AGGRESSIONE IN VIGNA
Nelle accorate righe diffuse sui social media si raccontano i contorni dell’aggressione subita da Aieta mentre era al lavoro in vigna. Percosse, minacce con un coltello. Poi l’immobilizzazione e un tentativo di violenza sessuale. La coppia ha già presentato denuncia alle Autorità, «che stanno già operando per accertare i fatti e individuare i responsabili», si legge nel documento.
I titolari di Cà du Ferrà denunciano un contesto teso che perdura da oltre un anno e mezzo, fatto di pressioni, rancori e atti persecutori. «Questo clima ha fatto da terreno fertile a un gesto vile e intollerabile», affermano Aieta e Zoppi. Sottolineando di aver sempre vissuto «alla luce del sole, a viso aperto e testa alta» la loro relazione matrimoniale.
CÀ DU FERRÀ, PIÙ DI UNA CANTINA
Cà du Ferrà, a Bonassola (La Spezia), è molto più di una semplice cantina: è un esempio nel panorama vitivinicolo nazionale. La Guida Top 100 di Winemag ha conferito a Cà du Ferrà il titolo di Miglior Cantina Italiana 2025. Riconoscimento rafforzato dal premio per il Miglior Vino Dolce Italiano 2025, assegnato al Ruzzese 2020 “Diciassettemaggio” con un punteggio di 97/100.
La cantina nasce da una storia condivisa. Davide, laureato in Giurisprudenza, e Giuseppe, ingegnere con master in Finanza, hanno scelto di trasferirsi da Milano a Bonassola. Qui hanno rivoluzionato l’attività iniziata dai genitori di Davide, costruendo l’attuale cantina nel 2017 e avviando una proficua collaborazione con l’enologa Graziana Grassini.
Nonostante la violenza subita, la coppia ribadisce la determinazione nel proseguire il proprio percorso vitivinicolo e amoroso, nonché nella tutela del territorio. «Chi sceglie la viltà… non vuole bene a questa Comunità», scrivono Aieta e Zoppi nel documento. Invitando la cittadinanza a schierarsi dalla parte del rispetto, della giustizia e della libertà.