Secondo la Treccani, il significato di “evoluzione” è strettamente legato allo “svolgimento, sviluppo e movimento ordinato verso un fine”. In ambito biologico, indica l’accumulo progressivo di modificazioni in un essere vivente, tale da portare a cambiamenti di forma e funzione nel tempo, come descritto dalla teoria dell’evoluzione. In senso più esteso, si riferisce a un processo di crescita e cambiamento che avviene nel tempo, come nella crescita economica o nello sviluppo di una cultura. Ebbene, in Collio c’è chi dice no all’Evoluzione. O, meglio, c’è chi ha detto no a Collio Evolution 2025, prima edizione dell’evento organizzato dal Consorzio Collio, già divenuto l’appuntamento annuale più importante della denominazione. Quel qualcuno è la cooperativa Produttori di Cormòns.
L’assenza dall’evento di una cantina socia del Consorzio che produce ben 2,2 milioni di bottiglie su oltre 300 ettari vitati, con le uve di circa 100 soci, non può passare inosservata agli occhi di chi è abituato a farsi domande e a cercare risposte. Né può finire nella lista delle cose secondarie, dal momento che tutto è andato liscio – anzi, alla grande – pur in mancanza di una “big” (se non altro in termini numerici) del territorio. Il successo di Collio Evolution 2025, a cui hanno partecipato 53 aziende e più di 400 visitatori per celebrare il Friulano, peggiora ulteriormente la situazione.
PRODUTTORI DI CORMÒNS DISERTA COLLIO EVOLUTION 2025
Già perché, in Italia, di responsabilità delle cooperative vitivinicole si parla solo quando hanno qualcosa da chiedere allo Stato. Fondi. Finanziamenti. Indennizzi. Lì sì: parte la tiritera della responsabilità sui soci, sulla filiera, sulle ripercussioni socio-economiche di un loro eventuale crack e sul loro ruolo di salvaguardia. Tutte cose sacrosante, ci mancherebbe.
Ma cosa danno in cambio, certe cooperative, ad un settore nel quale operano – peraltro – con una fiscalità nettamente vantaggiosa rispetto a quella delle cantine private? Perché la cooperativa Produttori Cormòns si è negata a Collio Evolution 2025? Perché la cooperativa di Cormòns ha deciso di disertare il principale evento promozionale del proprio territorio, organizzato peraltro proprio a Cormòns? Si tratta di una decisione della dirigenza o dei soci? E, nel primo caso: i soci sono stati consultati sulla decisione?
IL NODO DELLA QUESTIONE: TANTE DOMANDE E UN FORTE SOSPETTO
Domande a cui forse troveremo risposta solo dopo che questo editoriale sarà finito nelle mani giuste. Intanto, il sospetto – sconveniente, brutto, triste, addirittura puzzolente – è che la decisione di Produttori di Cormòns di rispedire al mittente l’invito a Collio Evolution 2025 sia puramente una ritorsioncina “politica”, legata ad altre questioni.
C’entra, forse, il famigerato progetto del “Collio Bianco da uve autoctone” sbandierato ai quattro venti con rinnovata energia nel periodo pre-elettorale che ha portato alla presidenza, nell’aprile 2025, il giovane Luca Raccaro? C’entra l’intelligente reazione del neoeletto Cda e della nuova assemblea del Consorzio Collio, che ha dato prontamente il via libera al tavolo tecnico per il nuovo vino, lasciando forse un po’ spiazzata la dirigenza di Cantina di Cormòns e la sua cerchia?
RIFIUTATO L’INVITO DEL CONSORZIO
Intanto, il commento del presidente Luca Raccaro fuga ogni dubbio sulla cronologia degli eventi: «Il Consorzio ha invitato a partecipare a Collio Evolution tutte le aziende del territorio, come è sempre suo modus operandi. La Cantina Produttori purtroppo ha scelto di non partecipare, e questo ci è dispiaciuto perché l’obiettivo di eventi simili è mostrarci in tutte le nostre sfaccettature, ed è importante per il territorio avere presenti i nostri soci più rappresentativi a livello produttivo». Ad esplicita domanda di partecipazione, Produttori di Cormòns ha risposto picche. In Collio, l’Evoluzione non è da tutti.
Collio (in) Evolution senza la cooperativa Produttori di Cormòns. https://www.cormons.com/.
