Il vignaiolo piemontese duro al Barbera Summer Festival: «Bisogna investire per invogliare i clienti a bere. Un mio vino da 7,70 euro in cantina l’ho visto a 38 euro. La gente non è pazza. E noi produttori dovremmo rivolgerci di più ai clienti finali».
«Barbera e vini rossi d’estate? Il problema è che la ristorazione non investe. Non hanno frigoriferi per i vini rossi, che secondo me andrebbero invece tenuti alla giusta temperatura, non serviti caldi come spesso succede. L’altro problema sono i ricarichi applicati in certi ristoranti. Certi vini hanno prezzi assurdi: un mio vino che parte a 7,70 euro l’ho visto a 38 euro». Non usa giri di parole Gianluca Morino, intercettato da Winemag a Costigliole d’Asti, ai banchi di assaggio dell’ultima serata del Barbera Summer Festival 2025.
Il vignaiolo patron di Cascina Garitina fa anche mea culpa. «Le aziende dovrebbero investire di più – sottolinea – e cercare di avvicinarsi maggiormente al cliente finale. Si possono organizzare eventi, creare occasioni di incontro. È brutto dirlo, perché l’Horeca ci ha sostenuto finora, ci ha sfamato. Ma bisognerebbe puntare un po’ di meno su certa ristorazione e un po’ di più su enoteche, e-commerce, eventi in azienda. Andare direttamente al cliente finale è una strategia valida in questo periodo di crisi dei consumi di vino e di incertezza sul futuro del settore».
A Milano non posso certo dire a tutti i ristoratori, senza fare le dovute distinzioni, che il suo ricarico è troppo alto. Conosco le spese che hanno. In certi locali sono improponibili. Non so come facciano a stare aperti. È ovvio però che ricaricare sul vino è la via più facile per guadagnare. Molti guardano al modello americano.
Tra i mercati della cantina piemontese guidata da Gialuca Morino ci sono appunto gli Stati Uniti. «Negli Usa – evidenzia il vignaiolo di Castel Boglione – il consumo di vino al ristorante è in calo. Significa che la gente preferisce comprare la bottiglia in enoteca e berla a casa. Succede anche in Svizzera. Al ristorante il vino costa cifre folli. Chi è che va al ristorante in Svizzera a comprare vino? La gente non è pazza. Lo stesso vino, dal prezzo tutto sommato abbordabile, lo trovi in carta a 70-80 franchi. Prezzi insostenibili, che contribuiscono a modo loro a ridurre i consumi». Esistono però eccezioni, anche in territori di provincia come quello di Asti.
CAMPANARÒ, AD ASTI UN RISTORANTE VIRTUOSO: VINI ROSSI SEMPRE IN FRESCO
Da Campanarò, in Corso Alfieri 36, non manca mai una boule destinata a rinfrescare i vini rossi come il Barbera. Oltre ai frigo, il ristorante gestito dal 2008 dalla famiglia Moiso propone un locale-enoteca sotterraneo, con un’ottima selezione di vini piemontesi (e non solo). Servire vini rossi alla giusta temperatura d’estate, ovvero rinfrescaldoli, deve essere la regola. Non servono per forza frigoriferi, se proprio non si vuole investire».
«Bastano una bacinella e qualche economicissima piastra-ghiacciolo – aggiungono Duilio Moiso e il figlio Simone – di quelle blu che si possono facilmente acquistare ovunque, con pochi euro. E, per chi ordina la bottiglia, una volta al tavolo la si ripone in un’altrettanto economica glacette, refrigeratori in metallo che funzionano benissimo e sono altrettanto facili da reperire sul mercato. Il vino, così, si beve (e si vende) di più». Provare per credere.
Vini rossi d’estate? Morino: «Ristoratori senza frigo e ricarichi alle stelle». https://cascinagaritina.it/. https://campanaroristorante.it/.