Scapa e Spa lanciano l’allarme: mancano le risorse per garantire l’operatività degli impianti. Fornitori non pagati, fidi bancari revocati e consiglio di amministrazione dimissionario aggravano la situazione. Chiesto l’intervento urgente delle istituzioni.
Le cantine di Broni, Casteggio e Santa Maria della Versa, gestite da Terre d’Oltrepò Scapa e Terre d’Oltrepò Spa, rischiano di non poter accogliere i conferimenti dei soci in occasione della prossima vendemmia 2025. È quanto emerge da una lettera inviata il 28 luglio dai collegi sindacali delle due società a istituzioni nazionali, regionali e locali, tra cui i Ministeri dell’Agricoltura e del Made in Italy, la Regione Lombardia e Confcooperative.
Il motivo è la mancata disponibilità delle risorse economiche necessarie a garantire le operazioni di manutenzione degli impianti. «I fornitori da coinvolgere hanno tutti un rilevante pregresso e non sono disponibili ad ulteriori esposizioni», si legge nella nota in possesso di Winemag.it. Pronta la reazione del senatore (pavese) Gian Marco Centinaio, che ha chiesto un intervento urgente del governo.
TDO: FONDITURA ASSENTE, GESTIONE BLOCCATA
I collegi sindacali denunciano l’assenza delle istituzioni competenti, accusate di un apparente disinteresse nei confronti della «prevedibile e forse attesa chiusura delle cantine». Nel frattempo, l’attività degli organi sociali è bloccata. I collegi operano in regime di ordinaria amministrazione e non possono intervenire sulla gestione.
È attesa per il 7 e 8 agosto l’assemblea della s.c.a.p.a., convocata per la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione. Secondo quanto riferito, il precedente cda è rimasto in carica solo pochi giorni, nonostante fosse sostenuto da Confcooperative, dalle associazioni di categoria e dalla stessa Regione Lombardia.
FIDI REVOCATI, CLIENTI INDEBITATI, PROCEDURE IN STALLO
La situazione finanziaria appare compromessa. Le banche hanno iniziato a revocare i fidi, i clienti non stanno saldando i pagamenti e i fornitori stanno ricorrendo ai decreti ingiuntivi. La procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa, deliberata ai primi di giugno e avviata a luglio, avrebbe subito forti rallentamenti proprio a causa del cda dimissionario.
TERRE D’OLTREPÒ: SERVE UN’IMMISSIONE DI CAPITALE
I collegi sindacali lanciano un ultimo appello: «Solo una immissione di capitale può salvare le cantine e gli effetti sui soci ed il territorio». L’auspicio è che le istituzioni, finora assenti, intervengano per evitare il collasso di una realtà centrale per l’economia agricola dell’Oltrepò Pavese.
Terre d’Oltrepò rischio fallimento: allarme dei collegi sindacali. https://terredoltrepo.it/.