IN BREVE
- La U.S. Wine Trade Alliance ha avviato un sondaggio per raccogliere dati sugli effetti dei dazi sul vino di Trump.
- Il sondaggio richiede informazioni su vendite, impatto occupazionale e adattamenti aziendali legati ai dazi.
- I risultati serviranno per supportare le attività di lobbying della USWTA presso i decisori politici.
- Partecipare garantirà una comprensione più chiara delle conseguenze reali dei dazi sul commercio del vino.
- L’associazione invita tutti gli operatori americani del vino a contribuire per rafforzare la posizione del settore nelle trattative con il governo.
La U.S. Wine Trade Alliance (USWTA) ha avviato da poche ore negli Usa un sondaggio rivolto a importatori, distributori, rivenditori e ristoratori americani. L’obiettivo è raccogliere dati aggiornati sugli effetti dei dazi sul vino di Trump. E fornire al governo degli Stati Uniti «prove concrete del danno economico che le tariffs provocano alle imprese americane del settore».
RICHIESTA DI DATI CONCRETI
Nonostante i negoziati in corso tra Unione Europea e Stati Uniti per possibili esclusioni dal regime tariffario, il tema rimane aperto. Le autorità di Washington hanno chiesto al comparto numeri chiari e dettagliati. Aprendo, così, a una possibile negoziazione, spinta dalle pressioni interne. Da qui la decisione dell’associazione guidata da Ben Aneff di diffondere un sondaggio online, disponibile per i prossimi sette giorni.
Il questionario diffuso dalla U.S. Wine Trade Alliance è accessibile tramite un modulo Google e punta a raccogliere informazioni puntuali. Dall’andamento delle vendite all’impatto sui posti di lavoro, sia all’interno delle singole aziende che lungo la catena di fornitura.
LE DOMANDE DEL SONDAGGIO
Il sondaggio include domande su:
- Tipo di attività (importatore, distributore, rivenditore, ristorante/bar, cantina, altro).
- Impatto dei dazi sui costi aziendali (nessun impatto, impatto lieve, moderato o significativo).
- Esperienze dall’introduzione dei dazi (aumento dei costi, riduzione delle vendite, perdita di fornitori/clienti, aumento dei prezzi per i clienti, nessun cambiamento).
- Adattamenti aziendali (assorbimento dei costi, aumento dei prezzi, cambio di fornitori, variazione della gamma di prodotti, nessun impatto).
- Confronto delle vendite anno su anno.
- Percentuale di conti in contante alla consegna (COD) e inattivi, rispetto agli anni precedenti.
- Performance dei primi dieci clienti anno su anno.
- Variazione della quota di mercato dei vini americani.
- Impatto dei dazi sulla capacità di acquisire nuovi fornitori.
- Misure di contenimento adottate (assunzioni congelate, cancellazione di piani di espansione, ecc.).
- La principale sfida aziendale derivante dai dazi sul vino.
UNA BASE PER L’ATTIVITÀ DI LOBBYING
I dati raccolti confluiranno in un rapporto che la USWTA utilizzerà direttamente nelle proprie attività di lobbying. L’associazione sottolinea come, in un contesto di mercato del lavoro già in difficoltà, «i riflessi occupazionali delle tariffe sul vino siano un elemento chiave per attirare l’attenzione dei decisori politici».
«La partecipazione – spiega il numero uno dell’U.S. Wine Trade Alliance, Ben Aneff – garantisce che i legislatori comprendano le reali conseguenze dei dazi sul commercio del vino, dalle piccole imprese familiari alle grandi realtà nazionali». La USWTA invita quindi tutti gli operatori americani del vino a partecipare, ricordando che «maggiore sarà il livello di dettaglio delle risposte, più forte sarà la posizione del comparto nelle trattative con il governo».






