Decisione storica ma sospesa: i dazi restano fino a ottobre. Intanto, cresce l’export vinicolo italiano negli Usa: +16,9 % in volume e +14,7 % in valore nel primo quadrimestre 2025. Ad aprile, export in calo segnala difficoltà al varco delle tariffs.
La Corte d’Appello del Federal Circuit ha sentenziato che l’IEEPA non conferisce al presidente il potere di imporre dazi generalizzati sulle importazioni. Ha riaffermato che questa competenza spetta esclusivamente al Congresso. La decisione, presa con sette voti favorevoli e quattro contrari, è però accompagnata da una sospensione temporanea fino a metà ottobre. Ciò lascia i dazi in vigore finché il caso non sarà valutato dalla Corte Suprema.
In caso di accoglimento da parte dell’Alta Corte, le udienze potrebbero svolgersi all’inizio del 2026. È attesa una decisione entro la primavera-estate dello stesso anno. Nel frattempo, la Casa Bianca potrebbe ricorrere allo “state of emergency” o ad altri strumenti come la Section 232 (sicurezza nazionale), la Section 301 (pratiche commerciali scorrette) o la Section 122 del Trade Act del 1974. Questo consente un sovrapprezzo temporaneo del 15% sulle importazioni.
EXPORT VINO ITALIANO: CRESCITA A DUE CIFRE MA ALLARME AD APRILE
Il mercato statunitense resta cruciale per il vino italiano. Nel primo quadrimestre del 2025, l’import dagli Usa registra un aumento del 16,9 % in volume e del 14,7 % in valore. Questo è trainato da spumanti e Bag-in-Box (+34,7 % in volume e +41,7 % in valore). Gennaio ha segnato una corsa agli acquisti: +19,3 % in valore (162,5 milioni di euro) e +4,1 % in volume. Ciò è frutto di un fenomeno di accaparramento in vista di possibili dazi.
Ad aprile, però, il quadro si è ribaltato. Export verso gli Stati Uniti in calo del 7,5 % in volume e del 9,2 % in valore (154 milioni di euro). Il prezzo medio è in diminuzione (-2 %). Il quadrimestre si è così chiuso con un +0,9 % in volume e +6,7 % in valore (666 milioni di euro). Questo ha dimezzato la performance iniziale.
STATI UNITI PRIMO MERCATO PER IL VINO TRICOLORE
Nel 2024 le esportazioni italiane di vino hanno toccato un record di 8,1 miliardi di euro. Gli Stati Uniti sono in testa tra i mercati di sbocco, con un aumento del +10,2 % in valore e +7 % in volume rispetto al 2023. Il mercato americano rappresenta circa il 24 % del totale export. Ciò conferma che è la principale destinazione del vino italiano.
Nei primi quattro mesi del 2025 le esportazioni complessive dall’Italia agli Usa hanno raggiunto i 26,10 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 25,15 miliardi dello stesso periodo 2024. Questo è un trend che sottolinea la centralità del mercato. Tuttavia, potrebbe subire contraccolpi rilevanti in caso di nuove barriere tariffarie.
I RISCHI PER IL FUTURO
La U.S. Wine Trade Alliance, guidata da Ben Aneff, avverte che i rischi restano concreti: anche se l’IEEPA dovesse essere giudicata inidonea, il presidente mantiene diverse leve per imporre dazi. Per questo l’associazione insiste nel ricordare al governo americano il valore strategico del vino importato. Questo sostiene centinaia di migliaia di posti di lavoro nelle piccole imprese statunitensi.
Le associazioni italiane condividono la preoccupazione. Un inasprimento delle tariffe, oggi al centro del dibattito politico, rischierebbe di colpire un comparto già esposto a inflazione, costi logistici e cambiamenti nei consumi.
VINO ITALIANO TRA POLITICA E MERCATO
Il confronto politico a Washington sarà decisivo. Da un lato, la Corte Suprema dovrà chiarire i limiti dei poteri presidenziali in materia commerciale. Dall’altro, l’equilibrio economico delle relazioni tra Usa ed Europa dipenderà dalle scelte della Casa Bianca.
Per il vino italiano, il futuro negli Stati Uniti resta incerto. Alle prospettive di crescita si contrappongono i rischi di nuovi dazi. Un equilibrio fragile che potrebbe ridisegnare le strategie di export nei prossimi mesi.