«“Artigianale” è la birra, non il birrificio. Pastorizzare una referenza non impatta sullo status del birrificio», specifica il Direttore Generale Ferraris
L’Assemblea dei soci Unionbirrai, l’associazione nazionale dei microbirrifici artigianali, ha approvato una modifica ai requisiti tecnici per l’associabilità. Ora i birrifici associati potranno pastorizzare le birre analcoliche, a condizione che questa non rappresenti la produzione prevalente.
Le birre analcoliche sono sempre più richieste dai consumatori e rappresentano una nuova frontiera anche per i piccoli birrifici indipendenti. La loro produzione apre però questioni tecniche complesse, prima fra tutte quella della pastorizzazione. Patica utile per garantire la sicurezza del prodotto, ma che impatta direttamente sull’identità e la classificazione della birra.
«La produzione di birre analcoliche richiede oggi, in modo sempre più diffuso, trattamenti specifici per garantirne la sicurezza – afferma Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai –. Tra questi, la pastorizzazione è spesso indispensabile. Per questo abbiamo aggiornato i criteri tecnici di adesione all’associazione. Chi pastorizza birre analcoliche, senza farne la propria produzione prevalente, può continuare a far parte di Unionbirrai».
Ferraris precisa che si tratta esclusivamente di una scelta interna all’associazione: «La nostra decisione riguarda lo statuto associativo e non intende in alcun modo sostituirsi alle leggi dello Stato o ai chiarimenti dell’Agenzia delle Dogane».
ARTIGIANALE È LA BIRRA, NON IL BIRRIFICIO
Unionbirrai ricorda che, per la legge italiana, non esiste il “birrificio artigianale”. Ciò che è regolamentato è la birra artigianale, intesa come prodotto non pastorizzato e non microfiltrato. Per questo, una birra sottoposta a pastorizzazione non può essere definita artigianale, né può riportare il marchio “Indipendente Artigianale” rilasciato da Unionbirrai.
«Ci è stato chiesto se pastorizzare una singola birra comporti la perdita dello status artigianale per tutto il birrificio – chiarisce Ferraris – ma la risposta è no. Non esiste il “birrificio artigianale” in termini normativi. L’artigianalità si applica al singolo prodotto. Se una birra viene pastorizzata, quella birra non è artigianale, punto. Ma ciò non ha conseguenze su eventuali altre birre dello stesso produttore che rispettano i requisiti previsti dalla legge».
La pastorizzazione di una singola referenza analcolica non compromette dunque la natura artigianale delle altre birre prodotte secondo i criteri di legge. Unionbirrai invita i produttori a etichettare in modo corretto e trasparente ogni singolo prodotto, distinguendo chiaramente ciò che è artigianale da ciò che non lo è.