Si parla spesso di vini dell’Alto Adige per i suoi grandi bianchi e rossi. Un po’ meno della Cenerentola regionale: il vino Santa Maddalena. Un rosso dell’Alto Adige che unisce eleganza, freschezza e versatilità. Di media struttura e colore non troppo intenso, si distingue per la facilità di beva e per i profumi di violetta, marzapane, rosa e lampone.
Realizzato prevalentemente da uve Schiava, talvolta con piccole percentuali di Lagrein, esprime un carattere morbido e fruttato, capace di adattarsi a diverse temperature di servizio. Risulta più complesso e vellutato a 16° e più fresco e dinamico a 12-14°. Una duttilità gastronomica che gli consente di accompagnare piatti di pesce, carni bianche o rosse, formaggi e salumi. Rendendolo uno dei rossi italiani più moderni e piacevoli, simbolo dell’equilibrio e della tradizione vinicola dell’Alto Adige.
Daniele Galler, Responsabile vendite Italia Cantina Bolzano, traccia nell’intervista rilasciata a Winemag il profilo del Santa Maddalena sul mercato italiano. La sua storia, le prospettive e i limiti di una denominazione che finisce però per soddisfare chi l’assaggia per la prima volta. E convincere chi già ne apprezza da tempo le caratteristiche.
Iniziamo a circoscrivere il campo: parliamo di vini dell’Alto Adige
L’Alto Adige è una regione vinicola che, pur rappresentando solo lo 0,85% della produzione nazionale di vino, ha acquisito una visibilità ben più grande rispetto alle sue dimensioni. Nonostante la sua piccola incidenza sulla produzione totale, grazie alla riconosciuta e costante qualità, le etichette altoatesine sono ben presenti nelle carte dei vini e sugli scaffali delle enoteche italiane. Una conferma della crescente rilevanza di questa regione nel panorama nazionale. Si coltivano una ventina di varietà differenti, assorbite dal mercato italiano con dinamiche e numeriche molto diverse tra loro.
Cifre in continua evoluzione, sulla base dei gusti dei consumatori. Corretto?
Negli ultimi anni, gli appassionati di vino italiani hanno modificato le proprie abitudini di consumo. Le scelte si stanno spostando sempre più verso i vitigni a bacca bianca, a scapito dei vini rossi. Allo stesso tempo, si è passati da preferenze per vini rossi tannici e strutturati a una ricerca di maggiore eleganza e finezza.
È cresciuta la consapevolezza che per bere bene non è necessario spendere cifre elevate. Le varietà altoatesine aromatiche e semi-aromatiche a bacca bianca restano le più richieste. Il Pinot Nero mantiene una posizione di rilievo qualitativo rispetto alle altre aree vitate d’Italia. Anche il Lagrein sta conquistando spazi sempre più ampi sul mercato nazionale.
Si può parlare di un vero e proprio “ritorno” del vino Santa Maddalena?
Il Santa Maddalena è una delle espressioni più rappresentative dell’Alto Adige. Un tempo legato soprattutto al consumo locale e a specifici abbinamenti gastronomici territoriali, oggi vive una lenta ma costante rivalutazione. Ha tutte le caratteristiche per essere un vino moderno e di successo sul mercato italiano. Presenta una media struttura, un colore non eccessivamente carico e una grande facilità di beva. Qualità che lo rendono adatto a un ampio ventaglio di abbinamenti gastronomici e a diversi momenti di consumo.
La denominazione ha superato i confini dell’Alto Adige?
Tradizionalmente legato alla cucina locale, il Santa Maddalena sta uscendo dai confini regionali. Viene reinterpretato in chiave moderna da chef e gastronomi di tutta Italia. Non più solo Speck e Canederli: la sua versatilità in abbinamento è uno dei principali punti di forza. Permette a questo vino di essere apprezzato in tutto il Paese.
Sono numerosi gli abbinamenti che ne esaltano le caratteristiche, anche i più inaspettati. Il Santa Maddalena si sposa con zuppe di pesce come il caciucco livornese, il brodetto alla vastese, la buridda genovese o la ghiotta trapanese. In questi casi, si rivela un eccellente partner gastronomico, soprattutto nelle ricette con pomodoro, dove la nota acidula si combina perfettamente con la morbidezza del vino.
Quali sono i migliori abbinamenti del Santa Maddalena?
Oltre ai piatti di pesce, il Santa Maddalena accompagna bene anche tagliatelle al ragù, pasticcio alla bolognese, pizze gourmet con speck, funghi e salsiccia, e piatti più sofisticati come il “coq au vin”. La sua adattabilità si estende alla cacciagione – fagiano, quaglie, pollame – e a carni stufate o arrosto. È ottimo anche con formaggi e salumi, risultando ideale tanto per piatti rustici quanto per occasioni eleganti.
Giochiamo un po’ tra calice e piatto: a quale temperatura di servizio?
Un altro vantaggio del Santa Maddalena è la capacità di esprimersi al meglio a diverse temperature di servizio. Questo lo rende versatile e adatto a ogni stagione. Servito a 16° nei mesi freddi, sprigiona profumi di violetta, marzapane, rosa e lampone, con un sorso morbido. In primavera e in estate, a 12-14°, mantiene una freschezza che lo rende piacevole anche con temperature più alte.
Molti rossi italiani soffrono il servizio a basse temperature: acidità e tannini diventano troppo evidenti. Il Santa Maddalena, invece, conserva eleganza e fruttuosità anche in queste condizioni. Pochi vini italiani vantano una simile adattabilità, fatta eccezione per alcuni Rossese liguri, Bardolino classico superiore o Gamay della Côte de Brouilly.
Quali prospettive per il Santa Maddalena?
Il futuro del Santa Maddalena appare promettente. Il suo profilo equilibrato e versatile soddisfa le esigenze di una clientela sempre più attenta alla qualità, alla tipicità e alla sostenibilità. La qualità del vino è cresciuta in modo inversamente proporzionale alla superficie vitata. Molti ettari, un tempo coltivati a Schiava, oggi producono vini bianchi. Tuttavia, le zone più vocate restano dedicate al Santa Maddalena, dove la Schiava è coltivata quasi esclusivamente.
Il Santa Maddalena dell’Alto Adige come vino di classe, ma accessibile?
La qualità superiore, unita a una lunga tradizione, ha permesso al Santa Maddalena di affermarsi come vino di alta classe, pur mantenendo un ottimo rapporto qualità-prezzo. Se saprà farsi conoscere di più, senza rinunciare alla sua identità elegante e versatile, potrà conquistare maggiore spazio nelle carte dei vini e sugli scaffali delle enoteche.
Il Santa Maddalena rappresenta una delle più grandi opportunità di crescita per l’Alto Adige nel mercato vinicolo italiano. Un vino destinato, con il tempo, a diventare simbolo della qualità e della tradizione enologica della provincia.
Santa Maddalena sul mercato italiano: storia, prospettive e limiti. https://www.kellereibozen.com/it/riserva-it/moar/.






