La svolta epocale del Romagna Sangiovese a Vini ad Arte 2025

IN BREVE
  • Dal 21 al 24 settembre si svolge a Faenza Vini ad Arte 2025, ventesimo anniversario dell’anteprima vini di Romagna.
  • Domani, 23 settembre, verrà presentata la Mappa delle Sottozone del Romagna Sangiovese, curata da Alessandro Masnaghetti.
  • Le sottozone evidenziano le diversità del Romagna Sangiovese, offrendo ai consumatori più attenti una chiara lettura territoriale.
  • Oggi, 22 settembre, anche il grande pubblico potrà degustare oltre 400 etichette di vino presso Casa Spadoni, con la partecipazione di 60 produttori.
  • L’edizione 2025 segna un’importante svolta, promuovendo il Romagna Sangiovese come un grande rosso italiano di riferimento.

La Romagna del vino si prepara a celebrare una tappa decisiva. Dal 21 al 24 settembre è in scena a Faenza e sul territorio circostante Vini ad Arte 2025, che segna il ventesimo anniversario dell’evento istituzionale del Consorzio Vini di Romagna. Un compleanno che coincide con un passaggio simbolico: il Romagna Sangiovese si presenta con nuove ambizioni, forte di una tradizione in crescita e di un percorso di valorizzazione che punta a consacrarlo tra i grandi rossi italiani.

ROMAGNA SANGIOVESE: ECCO LA MAPPA DI ALESSANDRO MASNAGHETTI

Sarà infatti presentata nella mattinata di martedì 23 settembre la Mappa delle Sottozone del Romagna Sangiovese a cura di Alessandro Masnaghetti, presso Villa Abbondanzi. La presentazione della nuova cartografia porta la firma del noto cartografo del vino italiano. Negli anni, Masnaghetti ha realizzato progetti analoghi per areali come Barolo, Barbaresco, Chianti Classico, Bolgheri e Valpolicella. Contribuendo a diffondere la conoscenza dei territori, attraverso una lettura dettagliata delle vigne e delle denominazioni. Un lavoro che ha reso le sue mappe strumenti di riferimento per produttori, appassionati e professionisti del settore, oggi applicato anche alla Romagna.

LE SOTTOZONE DEL ROMAGNA SANGIOVESE

Il percorso di valorizzazione del Romagna Sangiovese passa anche attraverso le sottozone, introdotte dal disciplinare per evidenziare le differenze tra i diversi areali produttivi. Predappio, Modigliana, Brisighella, Castrocaro e Bertinoro sono alcuni esempi di territori che, per caratteristiche pedoclimatiche e storiche, esprimono interpretazioni uniche del vitigno. Le sottozone consentono di leggere il Sangiovese in chiave territoriale, mettendo in luce la diversità della Romagna e offrendo al consumatore una mappa chiara delle sue sfumature.

VINI AD ARTE 2025: EVENTO APERTO AL PUBBLICO

La giornata clou per il grande pubblico è quella di oggi, lunedì 22 settembre. A Casa Spadoni, sempre a Faenza, accanto agli operatori Horeca, per la prima volta anche il grande pubblico di appassionati potrà accedere ai banchi d’assaggio, dalle ore 16 alle 20. Oltre 60 produttori presenteranno più di 400 etichette, dalle nuove annate di Romagna Sangiovese e Albana Docg ad altre varietà autoctone e internazionali.

Un’apertura che testimonia la volontà del Consorzio di avvicinare i consumatori al territorio, trasformando la rassegna in una vera festa collettiva, al di là degli aspetti più burocratici e formali, destinati ai professionisti del settore. Nel programma di Vini ad Arte 2025 spazio anche a masterclass dedicate a territori chiave come Modigliana e a cene a base di vini bianchi della Romagna a Cesenatico.

IL SANGIOVESE DI ROMAGNA E IL PESO DELLE VECCHIE ANNATE

Tra i momenti più attesi dagli operatori c’è la degustazione delle vecchie annate di Romagna Sangiovese, dagli anni Novanta ad oggi. Un’occasione per mettere in luce il potenziale di invecchiamento e la finezza espressiva del vitigno simbolo della regione. Un focus che si inserisce in un percorso di approfondimento dedicato alle sottozone e ai diversi terroir romagnoli, in programma nelle giornate seguenti.

IL CONSORZIO E LA CRESCITA DELLA ROMAGNA

Il Consorzio Vini di Romagna, fondato nel 1962, riunisce aziende vitivinicole, cooperative e imbottigliatori con l’obiettivo di tutelare e promuovere le denominazioni d’origine del territorio. Negli ultimi anni, l’indubbia crescita qualitativa ha consolidando l’immagine della Romagna come area vitivinicola di riferimento.

Anche per questo, l’edizione 2025 di Vini ad Arte, patrocinata da Regione Emilia-Romagna e Comune di Faenza, si presenta come una svolta epocale. Non solo per la celebrazione dei vent’anni, ma soprattutto perché il Romagna Sangiovese si propone al mondo con una narrazione nuova. Quella di un grande rosso italiano. Capace, come Barolo, Brunello e Chianti Classico, di unire identità territoriale e respiro internazionale.

«Vini ad Arte 2025 era un evento di nicchia nel panorama italiano, pur essendo organizzato tra le poche anteprime del vino italiano, insieme a quella di Barolo, Barbaresco e Brunello di Montalcino. Oggi è diventato un evento di respiro internazionale, grazie a un gruppo di aziende che hanno saputo credere nel terroir e nella forza del territorio». Nelle parole dei produttori David Navacchia (Tre Monti), Enrico Drei Donà (Drei Donà – Tenuta La Palazza), Alessandro Morini (Poderi Morini) e Cristina Geminiani (Fattoria Zerbina), il segreto più intimo e profondo di una denominazione del vino italiano che guarda al futuro con grande consapevolezza.

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