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Sostenibilità: -40% di acqua per irrigazione dei pomodori grazie alla tecnologia

Un’idea apparentemente semplice ma al contempo innovativa. Coltivare pomodori monitorando costantemente l’umidità del terreno per irrigare le piante solo nei momenti opportuni e con la corretta quantità di acqua.

Una piccola stazione di rilevazione composta da quattro sonde posizionate a diversi livelli di profondità nel terreno, da 10 cm a 30 cm, in grado di dare informazioni relative all’intera superficie del campo. Informazioni sempre disponibili on-line all’agricoltore che è così in grado di intervenire tempestivamente sulle coltivazioni.

«Si parla con la coltura. È la pianta che ti dice quando ha sete e quando non ne ha», spiega Cesare Malvicini, titolare dell’Az. Agr. Vannina e Agrimal, nel piacentino. La due stazioni di rilevazione forniscono a Malvicini dati relativi a tutti i 10 ettari coltivati a pomodori.

I RISULTATI

L’utilizzo dei tensiometri ha portato notevoli benefici sia in termini di sostenibilità che in termini di produttività. “Dialogando” con il campo si è arrivati ad utilizzare il 40% di acqua in meno, riducendo significativamente lo spreco idrico. Ma non solo, la produttività è aumentata del 20%.

Inoltre le piante di pomodoro si mantengono in buona salute. Sono più reattive e resistenti in caso di attacchi patogeni o di ondate di calore particolarmente intense, consentendo di limitare l’utilizzo di eventuali trattamenti chimici. Questa pratica contribuisce anche a proteggere la fertilità del suolo, salvaguardandone le sostanze organiche.

UNA FILIERA SOSTENIBILE

Vannina e Agrimal è fornitore di Steriltom, storica azienda del territorio specializzata nella produzione di polpa di pomodoro. A sua volta Steriltom fornisce le proprie conserve a Nestlé, in particolare allo stabilimento Buitoni di Benevento, l’hub internazionale per la pizza surgelata del Gruppo.

Una filiere integrata in nome della sostenibilità. In particolare, a livello internazionale, Nestlé investirà 1,2 miliardi di Franchi Svizzeri da qui ai prossimi cinque anni per promuovere l’agricoltura rigenerativa in tutta la sua catena di approvvigionamento.

Una rete di oltre 500.000 agricoltori e 150.000 fornitori, che il colosso internazionale del food intende coinvolgere offrendo tecnologie all’avanguardia ed impegnandosi a pagare un sovrapprezzo per prodotti provenienti da agricoltura rigenerativa.

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