Schioppettino di Prepotto, ennesimo «rilancio» sarà la volta buona associazione produttori nuovo presidente Riccardo Caliari

Schioppettino di Prepotto, ennesimo «rilancio»: sarà la volta buona?

IN BREVE
  • Il 2025 segna un nuovo tentativo di rilancio per lo Schioppettino di Prepotto, vitigno simbolo della valle dello Judrio.
  • L’Associazione Produttori si rinnova e punta a rafforzare l’identità del vino sui mercati nazionali e internazionali.
  • Il nuovo Consiglio Direttivo, guidato dal nuovo presidente Riccardo Caliari, ha come obiettivo comune di valorizzare lo Schioppettino come vino principale di Prepotto.
  • Nonostante la crescente omogeneità qualitativa, la produzione resta limitata e la visibilità internazionale fragile.
  • Il rilancio si basa su due direttrici: migliorare la coerenza enologica e rafforzare la comunicazione del brand.

Per lo Schioppettino di Prepotto, rosso autoctono simbolo della valle dello Judrio e della sottozona della Doc Friuli Colli Orientali, il 2025 segna un nuovo (l’ennesimo) tentativo di rilancio. L’Associazione Produttori, nata nel 2002 per tutelare e promuovere la qualità del vitigno, si rinnova con una nuova guida e un progetto ambizioso: rafforzare l’identità e la riconoscibilità del vino sui mercati nazionali e internazionali. Sarà davvero la volta buona?

SCHIOPPETTINO DI PREPOTTO: NUOVA GUIDA, VECCHIE SFIDE

Il nuovo Consiglio Direttivo, eletto nei giorni scorsi, è guidato da Riccardo Caliari (Spolert Winery), affiancato da Riccardo Polegato (La Viarte) come vicepresidente, Daniele Lenuzza (Vigna Lenuzza) come segretario e dai consiglieri Stefano Traverso (Vigna Traverso) e Michela Marinig (Marinig di Marinig Valerio).

«Ora abbiamo un sogno – spiega Caliari – lo Schioppettino di Prepotto come vino principale prodotto dalle aziende di Prepotto che oggi, come storicamente accade in Friuli, producono diversi vini da varietà autoctone non avendo un focus comune».

«Per raggiungere questo obiettivo – continua il nuovo presidente – lavoreremo in parallelo sulla qualità del prodotto, concentrandoci sullo stile elegante che rappresenta il vino ed il territorio, e sulla forza del brand in Italia e all’estero. Sarà un percorso che durerà tra i cinque e i dieci anni e che richiederà risorse umane ed economiche, ma le premesse per riuscirci ci sono tutte».

UN VINO ANTICO CHE GUARDA AL FUTURO

Lo Schioppettino è un vitigno dalle origini antiche, probabilmente medievali. Il nome deriva dal termine friulano “Scopp”, che rimanda al suono croccante degli acini. Conosciuto anche come Ribolla Nera, lo Schioppettino ha rischiato l’estinzione negli anni Settanta, a causa di oidio e fillossera.

La sua rinascita è iniziata proprio a Prepotto, nella valle dello Judrio, dove il microclima e i suoli di “ponca” garantiscono condizioni ideali per la coltivazione. Qui il vitigno ha trovato la sua espressione più autentica, con vini dal profilo elegante, note di pepe nero e buona capacità di invecchiamento.

Nel 2008 è arrivato il riconoscimento ufficiale della sottozona “Schioppettino di Prepotto” all’interno della Doc Friuli Colli Orientali, sancendo un legame stretto tra il vitigno e il territorio.



TRA ENTUSIASMO E REALTÀ

Oggi il mercato mostra un rinnovato interesse per i vini autoctoni. E lo Schioppettino di Prepotto ha tutte le carte in regola per imporsi come uno dei rossi identitari del Friuli. Tuttavia, la produzione resta limitata e la visibilità internazionale ancora fragile.

Le degustazioni negli ultimi anni hanno mostrato una crescente omogeneità qualitativa, ma anche qualche incertezza stilistica. Alcuni produttori hanno trovato un equilibrio convincente. Altri faticano ancora a definire un linguaggio del vitigno che possa essere comune.

Proprio per questo il rilancio annunciato dall’Associazione passa quindi da due direttrici chiare: migliorare la coerenza enologica e rafforzare la comunicazione del brand. Qualità e immagine, insomma, come binomio imprescindibile per costruire un’identità duratura.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI WINEMAG!