IN BREVE
- Il Romagna Sangiovese Sottozona rappresenta un simbolo di qualità e rivalsa per i produttori vinicoli.
- Cristina Geminiani (Fattoria Zerbina) evidenzia l’importanza delle Mappe delle Sottozone del Romagna Sangiovese per valorizzare l’identità delle diverse microaree.
- Il Consorzio Vini di Romagna ha approvato 16 sottozone a cavallo tra il 2011 e il 2022, migliorando la comprensione delle peculiarità del Sangiovese di collina.
- Le mappe di Masnaghetti aiutano a creare un legame più forte tra i vini e le loro origini, riducendo il gap con altre regioni vinicole.
- Il prossimo obiettivo è presentare nel 2026 le mappe delle singole sottozone del Romagna Sangiovese.
Il Romagna Sangiovese Sottozona come simbolo di rivalsa. Un inno alla qualità, celebrata dal sudore. Il contromanifesto di un intero settore, quello degli imprenditori vinicoli, troppo spesso visti come una categoria sempre in festa. Così simile allo stereotipo della stessa Romagna. Terra di mare, piadina, riviera. Di notti sfrenate in discoteca e d’estati in cui innamorarsi e perdersi, sotto a un’ombrellone. Fino al prossimo brindisi alla bella vita.
Cliché che sono totem ingombranti, capaci di fare ombra alla montagna. A quell’Appennino e a quelle colline, ruvide e boschive, dove nascono grandi vini. Zucchero a velo amaro su mani sporche di terra e stivali che affondano nel fango. Armi inutili a contrastare le sfide sempre più provanti del clima. E le incognite di un mercato dopato dalla politica internazionale.
CRISTINA GEMINIANI (FATTORIA ZERBINA): «NON SIAMO SOLO PIADINA E SCIUCAREN»
Sorride più con gli occhi che con le labbra, la vignaiola Cristina Geminiani di Fattoria Zerbina, mentre racconta a Winemag il valore aggiunto delle Mappe delle Sottozone del Romagna Sangiovese, per i produttori. In bocca, in chiusura della degustazione di alcune vecchie annate – zenit raggiunto martedì 23 settembre da Vini ad Arte 2025, anteprima dei vini simbolo romagnoli, Sangiovese ed Albana – gli ospiti della sala allestita al Villa Abbondanzi Resort di Faenza hanno ancora il sapore vivo e sferzante di un suo stratosferico Pietramora 1985.
Bisogna un po’ liberarsi dell’immagine della Romagna tutta mare, piadina e sciucaren, pur intese in senso buono e senza voler offendere nessuno. Di questa Romagna che è sempre vista in maniera troppo semplicistica, forse per la bontà di carattere dei romagnoli, che sono persone fantastiche. Il nostro lavoro non è fatto solo di gioie, di feste continue. È fatto soprattutto fatto di grande dedizione. Di annate difficili, di scelte facili e difficili.
Cristina Geminiani
«IN ROMAGNA IMPRENDITORI AGRICOLI CHE LOTTANO PER LA QUALITÀ»
«Il limite che purtroppo riscontro oggi in Romagna – continua la produttrice ravennate – è proprio quello di vederla sempre come una regione gioiosa, di spiaggia e di felicità. E non pensare che c’è invece tutta una categoria di imprenditori agricoli che lotta. Per dimostrare che c’è qualcos’altro, di profondo. E soprattutto qualcosa che, con l’impegno, ci può far stare assolutamente bene, in mezzo a tanti altri colleghi di regioni molto più blasonate di noi».
Cristina Geminiani, non a caso, è tra le prime ad aver creduto e ad aver proposto vini da “cru” di Sangiovese, che enfatizzassero la specificità della propria “sottozona”. O, ancor più, del proprio comune. Nel 1985, quando le mappe di Masnaghetti erano ancora fantascienza per la Romagna del vino, lei etichettava Pietramora come “Vino da tavola di Marzeno”, dal nome della località incastonata tra i comuni di Brisighella e Faenza, da cui provenivano le uve.
IL VALORE AGGIUNTO DELLE MAPPE DELLE SOTTOZONE DEL ROMAGNA SANGIOVESE
«Poter trasferire al consumatore finale quest’idea identitaria di una grande area produttiva, sintetizzata per microaree, è un valore aggiunto incredibile. Lo dimostra, appunto, Pietramora: nella mia famiglia, sin dagli anni Ottanta, c’era l’idea di vedere in Marzeno qualche cosa con un’identità diversa da tutto il resto. Ora la sfida è utilizzare la Mappa delle Sottozone del Romagna Sangiovese come elemento promozionale, per far conoscere ancora meglio questa identità».
Le mappe sono un’occasione incredibile per diffondere una cultura del vino che in Romagna, almeno ufficialmente, è arrivata molto più tardi che in altre regioni italiane, come Piemonte, Toscana o Valpolicella. Sono uno strumento importantissimo che, mi auguro, i produttori porteranno sempre con loro, per accelerare i tempi e ridurre questo gap con altri territori».
“MAP MAN” MASNAGHETTI CONVINCE CONSORZIO E PRODUTTORI
L’entusiasmo è tanto attorno al nuovo step del Consorzio Vini di Romagna. Per il presidente Roberto Monti, «il lavoro di Masnaghetti, iniziato nei primi anni 2000 e concretizzatosi tra il 2011 e il 2022 con l’approvazione di 16 sottozone, aiuta a comprendere le peculiarità delle aree collinari della Romagna, che si estendono da Rimini fino alle porte di Bologna, con differenziazioni notevoli da una vallata all’altra e in funziona della geologia dei suoli».
«C’è un aspetto di sintesi notevolissimo – aggiunge il direttore del Consorzio Vini Romagna, Filiberto Mazzanti -. Ora dobbiamo fare un’ulteriore sintesi comunicazione, creando delle “pillole informative” che possano essere ancora più immediate ed utili a chiunque voglia approcciarsi alla straordinaria variabilità del Sangiovese di Romagna».
Entusiasta anche Enrico Drei Donà, storico produttore della zona con Tenuta La Palazza: «Le mappe delle sottozone di Masnaghetti – spiega – sono un lavoro di sintesi eccezionale per la comprensione delle varie sfumature del Romagna Sangiovese. Il prossimo passo, nel 2026, sarà quello di presentare le mappe delle 16 singole sottozone. Il lavoro di Masnaghetti rende la conoscenza geologica più fruibile per tutti e aiuta a poter apprezzare ancor meglio i nostri vini».
«Quando ho iniziato nel 2010 – commenta Marco Cirese della cantina Noelia Ricci – il mio intento è stato sin da subito quello di valorizzare il Sangiovese della sottozona Predappio, vinificandolo in purezza e cercando di rispecchiare il territorio e i suoli. Le mappe di Masnaghetti valorizzano ulteriormente questo approccio, aiutandoci a creare un legame ancor più stretto tra i nostri vini e le loro origini».
Romagna Sangiovese Sottozona: «Non siamo solo mare e piadina». https://www.consorziovinidiromagna.it/le-sottozone-del-romagna-sangiovese-doc/.