L’azienda volta pagina, acquisisce l’ultima quota societaria (pari al 10%). E manda a casa il presidente Laurent Bernard de la Gatinais, figlio del fondatore Hugues de la Gatinais, estraneo a qualsiasi coinvolgimento con il clan di Camporeale. Al suo posto l’avvocato penalista palermitano Nino Caleca.
«Tradizione francese e cuore siciliano». Così, Gruppo Italiano Vini (GIV) descrive tuttora Tenuta Rapitalà, cantina siciliana di recente menzionata – insieme alla Alessandro di Camporeale, passata tuttavia clamorosamente in sordina sulla stampa sicula e nazionale – nelle carte di un’inchiesta dell’Antimafia di Palermo. Un temporale che ha lasciato strascichi pesantissimi. Da qualche ora è infatti ufficiale l’acquisizione, da parte di GIV, del 10% delle quote mancanti per il totale controllo della società. Il presidente Laurent Bernard de la Gatinais ha lasciato il posto all’avvocato penalista palermitano Nino Caleca. È lui l’uomo chiamato a rilanciare il brand, nonostante il predecessore non fosse in alcun modo inficiato dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia.
LAURENT BERNARD DE LA GATINAIS LASCIA LA PRESIDENZA DI RAPITALÀ
Come in un libro dell’orrore, dopo il danno è arrivata la beffa per quella che era – e resterà – una stimata personalità del vino siciliano. Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Rapitalà dal 2007, figlio del fondatore Hugues de la Gatinais e fautore del consolidamento del Gruppo Italiano Vini in Sicilia, è stato allontanato dal suo incarico. Nel nome di una “rifondazione” dal sapore amaro. In una nota stampa, l’azienda esprime «un sentito ringraziamento a Laurent Bernard de la Gatinais che, a seguito dell’acquisizione, conclude il suo lungo e prezioso rapporto di collaborazione con Rapitalà, augurandogli il meglio per il suo futuro personale e professionale».
Il Consiglio di amministrazione ha nominato il nuovo Organismo di vigilanza dell’azienda, presieduto da Giovanni Canzio, presidente emerito della Corte di Cassazione. Ne fanno parte anche Bernardo Petralia – già capo del Dap e procuratore generale presso la Corte d’appello di Reggio Calabria – e Alessandra Santangelo, ricercatrice di diritto penale all’Università di Bologna. Nei giorni scorsi, Laurent Bernard de la Gatinais ha inoltre rassegnato le proprie dimissioni dal Cda di Assovini, associazione che ha presieduto dal 2020 al 2023, succedendo ad Alessio Planeta.
TENUTA RAPITALÀ: RIVOLUZIONE GIV A TRE ANNI DAL SESSANTESIMO ANNIVERSARIO
«Le sfide sui mercati, nazionali e internazionali, richiedono nuove strategie e sinergie in grado di sostenere lo sviluppo e la valorizzazione dei nostri brand» dichiarano Corrado Casoli, presidente di Gruppo Italiano Vini, e la direttrice generale Roberta Corrà. «L’acquisizione completa di Rapitalà si inserisce in questa visione, con l’obiettivo di proseguire il percorso di crescita della Cantina», si legge ancora nella nota stampa del Gruppo GIV, colosso che in Italia controlla 1.600 ettari di vigneti e 14 cantine.
Tenuta Rapitalà, definita anche «Giardino di Sicilia», si estende da Camporeale verso Alcamo, per un totale di 176 ettari dislocati su dolci colline. Un corpo unico, caratterizzato da micro-zone con forti diversità pedo-climatiche in base a suolo, altezza e vitigni. Rapitalà è un nome realmente esistente, dall’arabo “Rabat-Allah“, ovvero “Giardino di Allah”. Una testimonianza della tradizione viticola dell’areale, in cui ha creduto fermamente Hugues de la Gatinais al momento dell’acquisizione dell’azienda, insieme alla moglie Gigi Guarrasi, nel 1968. A tre anni dal sessantesimo anniversario dalla fondazione, la rivoluzione GIV che cambierà per sempre la storia di uno dei brand più noti (e stimati) del vino siciliano.
Rapitalà (GIV): via il presidente de la Gatinais dopo l’inchiesta Antimafia. https://www.gruppoitalianovini.it/it/brand/tenuta-rapitala.