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Dazi Usa 30% vino e agroalimentare italiano: la strategia di Trump

Allarme rosso per il settore. L’annuncio dell’amministrazione americana di imporre tariffs sulle importazioni dall’Unione europea, a partire dal 1° agosto, preoccupa il mondo agricolo e vitivinicolo italiano. Le principali organizzazioni di categoria parlano di un impatto devastante per le esportazioni e chiedono una reazione forte e unitaria dell’Europa. A rischio miliardi di euro, migliaia di imprese e intere filiere agroalimentari. Tensioni anche negli Usa, con la dura presa di posizione della U.S. Wine Trade Alliance, che critica i dazi del Taycoon e parla di effetti negativi già visibili sul mercato del vino degli Stati Uniti: «Negli ultimi due mesi, anche solo la minaccia di nuove tariffe ha causato migliaia di licenziamenti nel comparto vinicolo statunitense»

L’annuncio dei nuovi dazi statunitensi del 30% su tutte le merci in arrivo dall’Unione Europea ha sollevato un’ondata di critiche da parte del mondo produttivo italiano. Il provvedimento, comunicato ufficialmente dal presidente Donald Trump, entrerà in vigore dal 1° agosto 2025 e colpirà in modo trasversale l’agroalimentare e il vino italiani, comparti fortemente dipendenti dall’export verso gli Stati Uniti.

Secondo Federvini, si tratta di una misura «gravissima e ingiustificata», che rischia di distruggere un sistema economico integrato e interdipendente. «L’imposizione di un dazio generalizzato del 30% colpisce in modo indiscriminato settori ad alto valore aggiunto, come il nostro», ha dichiarato il presidente Giacomo Ponti. L’equilibrio commerciale transatlantico, fondato su rapporti di fiducia e scambio, verrebbe compromesso, con danni sia per l’economia europea sia per quella americana.

IMPATTO SU VINO, FORMAGGI E ALTRI PRODOTTI SIMBOLO

Coldiretti ha quantificato in oltre 2,3 miliardi di euro i danni potenziali per l’agroalimentare italiano, includendo l’impatto indiretto sulle famiglie americane che si troverebbero a pagare di più per i prodotti italiani o, peggio, non trovarli affatto. Le filiere colpite rischiano cali di vendita a doppia cifra, con dazi che potrebbero arrivare al 45% per i formaggi e superare il 35% per i vini.

Un’ulteriore conseguenza sarebbe l’incremento del fenomeno dell’italian sounding, con la produzione locale di falsi alimentari che potrebbero approfittare dell’assenza del vero made in Italy dagli scaffali americani. Coldiretti denuncia il «fallimento della politica esercitata dalla Von der Leyen», accusata di non aver saputo prevenire un simile scenario.

LE RICHIESTE DELLE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE E VITIVINICOLE

Confagricoltura sottolinea l’inaccettabilità della misura, che metterebbe a rischio l’intera economia di alcuni Stati membri. «Le nostre imprese non possono sostenere un carico simile», ha affermato il presidente Massimiliano Giansanti, chiedendo una reazione unitaria dell’Europa e una soluzione negoziale per salvaguardare i sistemi produttivi.

Anche Confeuro condanna con forza la scelta unilaterale di Trump, definita «provocatoria e irresponsabile». Il presidente Andrea Tiso ha parlato di «ennesima pantomima utile solo a fini politici interni», che rischia di danneggiare in modo irreversibile i piccoli e medi produttori italiani. Per Tiso è ora di rafforzare l’autonomia strategica europea attraverso una PAC più forte e l’apertura a nuovi mercati.

IL CASO TOSCANO E L’APPELLO DI A.VI.TO.

Particolarmente esposta al provvedimento è la vitivinicoltura toscana, che esporta il 37% della sua produzione negli Stati Uniti, per un valore superiore ai 400 milioni di euro l’anno. L’associazione A.VI.TO., che rappresenta 24 Consorzi toscani, ha indirizzato una lettera aperta alle istituzioni italiane ed europee chiedendo un intervento immediato.

Il presidente Andrea Rossi sottolinea la necessità di «riprendere un dialogo costruttivo» con gli USA, ma anche di alleggerire le procedure burocratiche dell’OCM vino e puntare su accordi di libero scambio alternativi, come il Mercosur. Senza contromisure rapide, l’effetto combinato di dazi e barriere potrebbe mettere fuori mercato il vino toscano.

UN SISTEMA IN PERICOLO, SERVE UN’EUROPA COMPATTA

Le associazioni chiedono una risposta chiara e coordinata da parte dell’Unione Europea, per salvaguardare le filiere agroalimentari strategiche e le imprese del comparto. Federvini, a tal proposito, evidenzia che per ogni dollaro speso in prodotti europei di qualità, si generano 4,50 dollari nell’economia americana. Un dato che dovrebbe indurre Washington a riflettere sulle conseguenze interne del provvedimento.

«È in gioco la sopravvivenza di migliaia di imprese e la stabilità di un ecosistema virtuoso», ha ribadito Giacomo Ponti. Tutti gli attori del settore invocano ora un’azione diplomatica forte, in grado di riportare al centro il buon senso e l’interesse comune.

LA STRATEGIA DI TRUMP: DAZI COME ARMA CONTRO L’EUROPA SU TASSE E COMMERCIO

La minaccia di dazi fino al 30% su vino e agroalimentare europeo si inserisce in una strategia più ampia di Donald Trump, che punta a tutelare l’industria americana e a esercitare pressione sull’Unione Europea in diversi ambiti. Oltre alla volontà di proteggere i prodotti nazionali dalla concorrenza estera, le nuove misure sono una risposta diretta alla Digital Services Tax adottata da diversi Paesi UE, tra cui Francia e Italia, che penalizza i colossi del web a stelle e strisce come Google, Apple, Facebook e Amazon.

Per Washington, si tratta di un’azione discriminatoria nei confronti delle aziende USA. I dazi sull’agroalimentare, già sperimentati in passato come leva negoziale, tornano così a essere uno strumento di ritorsione. Il vino, insieme ad altri beni simbolo del made in Europe, diventa bersaglio di una disputa che va oltre il commercio e tocca il cuore delle relazioni transatlantiche.

DAZI TRUMP 30% ALL’EUROPA: LA POSIZIONE DELLA U.S. WINE TRADE ALLIANCE

Il settore del vino statunitense prende le distanze dai dazi minacciati da Trump sul vino europeo. Ben Aneff, presidente della U.S. Wine Trade Alliance, ha inviato una lettera pubblica in cui critica apertamente la scelta del governo di colpire le importazioni dall’Unione Europea, previste al 30% a partire dal 1° agosto.

Secondo Aneff, la mossa della Casa Bianca punta a ottenere maggiori concessioni dall’Ue in termini di accesso al mercato agricolo. Con particolare riferimento a prodotti come latticini, carne bovina, pollame e frutta, attualmente soggetti a forti restrizioni. Tuttavia, il vino Usa gode già di un accesso equo al mercato europeo, privo di barriere significative.

«Il vino non è parte del problema che il presidente Trump sta cercando di risolvere», afferma Aneff. Al contrario, rappresenta uno dei più riusciti esempi di scambio transatlantico. Il settore genera ogni anno circa 23,96 miliardi di dollari in entrate per l’economia americana, a fronte di 5,3 miliardi che tornano in Europa. Il surplus economico netto per gli Stati Uniti è quindi pari a circa 19 miliardi di dollari.

EFFETTI GIA’ VISIBILI SUL MERCATO DEL VINO USA

Aneff sottolinea come l’indotto del vino europeo supporti centinaia di migliaia di posti di lavoro negli Stati Uniti: dai distributori ai ristoratori, fino al commercio al dettaglio, in tutti i 50 Stati. Colpire questo settore significherebbe danneggiare direttamente l’economia nazionale.

Gli effetti dei dazi sono già visibili: «Negli ultimi due mesi, anche solo la minaccia di nuove tariffe ha causato migliaia di licenziamenti nel comparto vinicolo statunitense», scrive Aneff. Le etichette europee rappresentano fino al 75% del fatturato della distribuzione vinicola americana.

L’APPELLO AL GOVERNO USA: TORNARE AL TAVOLO

La U.S. Wine Trade Alliance ha inviato una lettera alla Casa Bianca, firmata anche da organizzazioni di peso come Napa Valley Vintners, The Wine Institute, Wine America, WSWA e NAWR. L’obiettivo è chiedere all’amministrazione Trump di escludere il vino dai dazi. E proteggere, così, «un flusso vitale di beni» tra le due sponde dell’Atlantico. Aneff invita le due parti a «tornare rapidamente al tavolo delle trattative» e raggiungere un accordo «di buon senso». Nell’interesse di entrambe le economie.

Dazi Usa 30% vino e agroalimentare italiano: la strategia di Trump. https://www.federvini.it/. https://www.coldiretti.it/economia/dazi-colpo-mortale-da-oltre-23-mld-per-cibo-made-in-italy. https://www.confagricoltura.it/ita/area-stampa/comunicati/dazi-usa-confagricoltura-il-30-inaccettabile-affossa-l-economia-di-interi-paesi.-agire-uniti-come-europa. https://www.confeuro.it/agroalimentare-confeuro-bene-dati-ismea-ma-non-basta-puntare-su-pac-equa-e-forte/. https://winetradealliance.org/.

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