Assoenologi analizza il futuro del vino tra Low e No-Alcool

IN BREVE
  • Il convegno “Vino e consumo, le nuove istruzioni per l’uso” organizzato da Assoenologi discute le tendenze del settore vinicolo, tra calo dei consumi e nuove abitudini.
  • Michele Zanardo ha sottolineato l’importanza della conoscenza del quadro normativo per i vini a bassa gradazione e dealcolati.
  • Vivai Cooperativi Rauscedo ha presentato risultati promettenti per la produzione di vini ‘light’ mediante tecniche agronomiche sostenibili.
  • La DOC Garda introduce la produzione di vino ‘low alcol’ a partire dalla vendemmia 2025, utilizzando la varietà Garganega.

Il settore del vino vive una fase di transizione. I consumi calano, le abitudini dei consumatori si modificano e le nuove generazioni cercano esperienze diverse rispetto al passato. Su questi temi si è concentrato il convegno tecnico «Vino e consumo, le nuove istruzioni per l’uso – Sperimentazioni tra Low e No-Alcohol», organizzato da Assoenologi nell’ambito di RIVE (Rassegna Internazionale Viticoltura Enologia) alla Fiera di Pordenone. All’incontro sono intervenuti l’enologo Michele Zanardo, presidente del Comitato Nazionale Vini DOP e IGP e vicepresidente nazionale Assoenologi, Lorenzo Tosi dei Vivai Cooperativi Rauscedo (VCR), Paolo Fiorini, presidente del Consorzio Garda DOC, e Stefano Sequino, direttore del Consorzio Vini DOC Delle Venezie.

NORMATIVA E INNOVAZIONE: L’INTERVENTO DI MICHELE ZANARDO

Michele Zanardo, che ha affrontato il tema normativo. «Per affrontare il tema dei vini a bassa gradazione e dei prodotti dealcolati, è fondamentale non solo parlare di consumi e tendenze, bensì partire dalla conoscenza del quadro legislativo». Zanardo ha illustrato le gradazioni minime previste per legge per le diverse categorie di vini, con un focus sui limiti e sulle opportunità delle normative riguardanti i prodotti dealcolati, oggi al centro del dibattito tecnico e commerciale.

RICERCA E VIVAISTICA: LA RISPOSTA DI VCR AL CAMBIO DEI CONSUMI

Vivai Cooperativi Rauscedo ha presentato un progetto di ricerca coordinato dal Consorzio Vini DOC Delle Venezie, con il contributo di vari centri di ricerca italiani. Le prime micro-vinificazioni sperimentali mostrano risultati che confermano l’efficacia della genetica e delle tecniche agronomiche nel produrre vini “light” già in vigneto. Attraverso una gestione mirata della maturazione dell’uva e la scelta dei cloni più adatti, è possibile ottenere vini a bassa gradazione alcolica senza l’aggiunta di additivi o mosti concentrati, preservando profumi e aromi. Una via considerata più sostenibile rispetto alla dealcolazione, perché non altera le caratteristiche sensoriali del prodotto.

GARDA DOC: LA PRIMA DENOMINAZIONE ITALIANA PER UN VINO FERMO LOW ALCOHOL

La DOC Garda introduce nel disciplinare la possibilità di produrre un vino fermo “low alcol” (9% vol.), segnando una novità assoluta nel panorama italiano. La Garganega, varietà autoctona già ampiamente utilizzata nella denominazione, è al centro della sperimentazione che porterà alla commercializzazione di questa nuova tipologia a partire dalla vendemmia 2025. Si tratta di un passo significativo per una denominazione interregionale che unisce Lombardia e Veneto, proiettandosi verso una produzione più contemporanea e in linea con le esigenze dei consumatori.

VINI DOC DELLE VENEZIE: STRATEGIA E SOSTENIBILITÀ DEL FUTURO

Anche il Consorzio Vini DOC Delle Venezie sta valutando l’introduzione nel disciplinare di un Pinot Grigio a bassa gradazione alcolica, ottenuto con pratiche agronomiche e colturali specifiche. Una scelta strategica, secondo il direttore Stefano Sequino, che mira a coniugare sostenibilità economica e ambientale con le nuove richieste del mercato. Sequino ha sottolineato la necessità di «mantenere il giusto equilibrio tra innovazione, tradizionalità e identità», per garantire competitività e redditività alla filiera, oltre a una comunicazione chiara verso il consumatore.

DEGUSTAZIONE FINALE E CONFRONTO TRA MODELLI PRODUTTIVI

A chiudere il convegno, una degustazione alla cieca ha permesso di confrontare vini dealcolati (prodotti da Lea Winery di San Vito al Tagliamento), sperimentazioni a bassa gradazione e vini tradizionali. Un confronto utile per comprendere le differenze tecniche e sensoriali tra le diverse soluzioni che stanno ridefinendo il futuro del vino italiano.

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