Per l’edizione 2025 del World Lambrusco Day, il Consorzio di Tutela ha puntato in alto: degustazioni per i turisti e una masterclass condotta dal master of wine Gabriele Gorelli tra il castello di Sarre e il pavillon Skyway. Ecco come è andata.
In alta quota si è più leggeri. Lo dice la fisica, lo conferma il Consorzio Tutela Lambrusco, che per l’edizione 2025 del World Lambrusco Day ha scelto il Monte Bianco e la Valle d’Aosta. Per sollevare i calici al cielo e aprire l’estate – nel giorno del solstizio – con una parola e con un vino. La parola è leggerezza, il vino è il Lambrusco: protagonista, insieme al Parmigiano Reggiano Dop e ai prodotti tipici della Valle D’Aosta come la Fontina Dop, di due giorni di masterclass, confronti a cuore aperto e occasioni di abbinamento con l’alta cucina di Heinz Beck e Paolo Griffa.
LAMBRUSCO DAY 2025: PAROLA D’ORDINE “LEGGEREZZA”
Partiamo dalla leggerezza. La masterclass del master of wine Gabriele Gorelli “L’incontenibile leggerezza del Lambrusco” ha preso in prestito il titolo dell’opera di Milan Kundera per presentare, insieme con i produttori, 13 etichette scelte per dare l’illusione di un volo panoramico sulla viticoltura emiliana e la sua bollicina per eccellenza.
Il Consorzio Tutela Lambrusco, infatti, rappresenta sei denominazioni tra Modena e Reggio Emilia: Modena Doc, Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc (a queste si aggiungono altre due denominazioni di vini diversi dal Lambrusco, Reno Doc e Bianco di Castelfranco Emilia Igt). Parliamo di un totale di circa 16.600 ettari vitati nelle due province, di cui circa 10 mila dedicati al Lambrusco. E una produzione che, nel 2024 si è attestata su circa 40 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc.
UN CALICE DI LAMBRUSCO PER I TURISTI DELLA VALLE D’AOSTA
Mentre al castello di Sarre, sotto la sorveglianza dei palchi di corna di stambecco collezionati dal re Umberto I di Savoia, si teneva la degustazione tecnica delle diverse tipologie di Lambrusco, al pavillon Skyway Monte Bianco i sommelier Ais iniziavano a offrire a turisti ed escursionisti di passaggio un assaggio di Emilia Romagna in calice. Un’iniziativa intelligente del Consorzio, che è così riuscito a portare il Lambrusco a un pubblico molto eterogeneo e decisamente aperto a un’esperienza inattesa.
«Il Lambrusco sul Monte Bianco?», borbottavano i visitatori, prima di aprirsi a un sorriso un istante dopo il sorso. La consapevolezza è immediata, non solo tra i tecnici: se lasci che il Lambrusco ti sorprenda, con la sua rigidità o la sua morbidezza, lo farà. E forse il segreto del Lambrusco sta tutto qui, in ogni sua singola bollicina piena di quell’incontenibile leggerezza necessaria per ritrovare la gioia di vivere. E per rendere interessanti anche i tempi più bui.
QUATTRO LAMBRUSCO DA PROVARE
Cantina Puianello “Amarcord”, Colli di Scandiano e di Canossa Doc
Per dare un nome felliniano a un vino ci vuole qualità, e un filo di coraggio. Il Lambrusco Montericco – con una punta di Croatina – di Cantina Puianello è un vino vero, verace e contemporaneo al tempo stesso. Un Lambrusco secco ed elegante, che non ha niente di artefatto e che non tradisce la propria natura. È come un personaggio fuggito da un film in bianco e nero, però perfettamente in grado di vivere nel presente. Il nostro preferito, senza ombra di dubbio.
Ventiventi “La.Vie”, Lambrusco di Modena Doc
Il Lambrusco dal colore più bello: un rosa polvere, di ciprie e trini, su naso di lampone, fiori e pompelmo. Lambrusco di Sorbara in purezza, verticale e sapido, ma sempre bevibile e senza tensioni sul palato. L’alta percentuale di argilla presente nei terreni della cantina dà a questa bella espressione del Lambrusco di Sorbara un’estrema pulizia e un’eleganza rara. Ventiventi è un progetto giovane, che merita tutta l’attenzione che sta attirando su di sé.
Lombardini, Lambrusco Brut Reggiano Doc
Cecilia Lombardini è stata chiara fin dall’inizio: il Lambrusco ha una sua identità, che va rispettata e non snaturata. Da questa visione nasce il Lambrusco Brut di uvaggio Salamino, una prova di forza e di radicamento tenace al territorio, carezza di mora e rosa rossa. Equilibrato. Di Lombardini va provato anche il Campanone, un blend di Lambrusco Salamino e Marani metodo Charmat che prende il nome e la sinuosità della bottiglia dal campanile della Rocca dei Gonzaga di Novellara. La sua esuberanza ha richiesto una lunga e cocciuta ricerca per la scelta di un tappo capace di contenerla.
Cantina Formigine Pedemontana “For.Mo.Sa.” rosé, Lambrusco Modena Doc
L’unico Lambrusco color rosa ballerina, della ballerina ha l’eleganza e il nerbo. Nonostante il suo residuo zuccherino di circa 8 g/litro, il For.Mo.Sa. di Cantina Formigine Pedemontana ha una nervosità e una freschezza sorprendenti in un Lambrusco 100% Grasparossa. Bouquet di rosa canina, lampone, ibisco.
Lambrusco conquista Monte Bianco edizione 2025 World Lambrusco Day. Consorzio Tutela degustazioni per i turisti. masterclass master of wine Gabriele Gorelli. https://lambrusco.net/world-lambrusco-day/.