Dalle bottiglie eroiche a quello con la carta d’identità 2.0 fino al wine beauty, il vino lombardo punta su qualità ed eccellenza. È quanto afferma la Coldiretti regionale in occasione di Vinitaly 2016, in corso a Verona fino al prossimo mercoledì 13 aprile. ”Il mondo della viticoltura è in continua evoluzione – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – Le aziende uniscono tradizione e innovazione per garantire prodotti sempre più al passo coi tempi e apprezzati dai consumatori in Italia e all’estero”. Grazie alle nuove tecnologie – spiega Coldiretti Lombardia – la tracciabilità è assicurata. È il caso ad esempio del vino con la carta d’identità 2.0 di Stefano Ravizza, imprenditore pavese di 31 anni che sulle colline tra Stradella e Zenevredo coltiva 12 ettari di vigneti: per scoprire come nascono le sue bottiglie e gelatine di vino basta avvicinare lo smartphone e fotografare il codice a barre sulla confezione. Protagonista di un vero e proprio boom è invece il vino ecosostenibile, custode della biodiversità naturale: dal 2008 a oggi – afferma la Coldiretti regionale – la superficie coltivata con metodo biologico in Lombardia è più che raddoppiata, superando i duemila ettari. E sempre a proposito di sostenibilità, c’è chi riesce a coltivare vino anche in territori ostili come Maurizio Herman, 45 anni, che dal 2015 lavora un appezzamento di circa un ettaro a 600 metri sul livello del mare tra il Comune di Chiavenna e quello di Piuro: un caso di viticoltura eroica, praticata in ambienti con una pendenza accentuata e con l’utilizzo di murature di sostegno. I terrazzamenti caratterizzano anche l’attività di Claudia Crippa, che gestisce un’azienda a La Valletta Brianza in provincia di Lecco. ”Abbiamo scelto di unire l’attività di coltivazione e vinificazione a quella agrituristica – spiega Claudia Crippa – perché crediamo nella forza dei prodotti e del territorio” La strada verso l’eccellenza passa anche attraverso la tradizione: Manuele Biava in provincia di Bergamo produce il Moscato di Scanzo, un vino da record perché è la più piccola Docg d’Italia ottenuta dall’omonimo vitigno autoctono, coltivato esclusivamente nel Comune di Scanzorosciate. Si rivolge invece a consumatori più esigenti e amanti delle particolarità il luxury wine dell’azienda agricola La Rocchetta di Villongo (Bg), arricchito con vera polvere d’oro alimentare di 24 carati. Un capitolo a parte è rappresentato dalla nascita e diffusione del wine beauty – conclude Coldiretti Lombardia – che oggi riguarda dalla crema antietà allo spumante allo shampoo al vino rosato, fino allo stick labbra agli estratti di foglie di vite. ”Abbiamo deciso di far nascere dalle nostre uve alcuni prodotti per cosmesi a base di Barbera – spiega Paolo Goggi, titolare dell’azienda agricola Gravanago a Fortunago (Pv) – E’ ricco di antiossidanti e polifenoli naturali che prevengono l’invecchiamento della pelle: nelle nostre creme c’è il 5% di vino mentre nelle saponette utilizziamo le bucce, profumate e antiallergiche”.
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Un incremento dell’11,7% delle produzioni Docg. Una crescita del 9% di quelle Doc. E una vendemmia caratterizzata dalla “decisione coraggiosa di puntare su un livello qualitativo al top, per concentrare la produzione in un’annata destinata a essere ricordata per l’alta qualità espressa”. È questa la cornice nell’ambito della quale la Collettiva lombarda si prepara a sbarcare all’edizione numero 50 di Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati che si terrà a Verona dal 10 al 13 aprile. Anche quest’anno il Padiglione Lombardia, ospitato nel “salotto buono” della fiera, al secondo piano del PalaExpo, sarà infatti tra quelli con i livelli di partecipazione più alti, con circa 200 aziende presenti e oltre mille etichette in degustazione. Una presenza caratterizzata dalla scelta sempre più netta dei vitivinicoltori lombardi di procedere sulla strada della qualità. Nel 2015, infatti, la quota di vini a Denominazione d’origine sulla produzione lombarda ha raggiunto il dato record del 54,9% tra Docg e Doc. E, se si considerano anche le produzioni di Igt, la quota di vini lombardi a Denominazione di qualità sfiora il 90%, contro una media nazionale del 75% (dato Istat per il 2014), per un totale di 1,15 milioni di ettolitri di vino (pari a 153 milioni di bottiglie potenziali).
LA SPINTA DELL’EXPO
Uno sforzo coinciso non a caso con l’anno di Expo Milano 2015, che ha messo la Lombardia al centro della scena internazionale. “La Lombardia – spiega Roberto Maroni, presidente della Regione – è la prima regione agricola italiana e la seconda a livello europeo, apprezzata sul mercato nazionale e internazionale per la qualità dei suoi prodotti, che rappresentano al meglio l’incontro fra tradizione e innovazione”. “Noi lavoriamo per tutelare le nostre produzioni dalla contraffazione alimentare – prosegue Maroni – perché l’italian sounding, ovvero il consumo di prodotti che sembrano italiani ma che non lo sono, crea danni alla salute e all’economia. Sosteniamo inoltre i giovani che vogliono impegnarsi in questo settore e le aziende che puntano ai mercati internazionali. Lo abbiamo fatto durante Expo Milano 2015, organizzando incontri business to business a Pianeta Lombardia, lo faremo a Vinitaly nel Padiglione Lombardia con il supporto di Unioncamere. Poiché il 29 maggio si apre l’anno del turismo in Lombardia, anche questa sarà una grande opportunità per valorizzare l’enogastronomia dei nostri territori”.
IL RUOLO DEI GIOVANI
Tra i principali protagonisti di questa tendenza, che si conferma anno dopo anno, sono senz’altro le nuove generazioni. Rilevando aziende di famiglia o ponendosi alla guida di nuove start up, i giovani hanno infatti introdotto e rafforzato nel mondo vitivinicolo regionale l’utilizzo in vigna e in cantina di modalità produttive più avanzate e sostenibili, per ottenere vini in linea con le richieste non solo del mercato nazionale, ma anche di quelli esteri. La loro presenza in azienda è testimoniata dai numeri: in Lombardia quasi un’impresa vitivinicola su sette (13,2%) è guidata da giovani. Ma l’impatto positivo sulla produzione è ancora più ampio, e riguarda anche i tanti i casi in cui il passaggio di consegne tra una generazione e l’altra è già in atto anche se non è ancora stato formalizzato dal punto di vista societario. A sostenere questo processo sono anche le misure ad hoc varate da Regione Lombardia, che nell’ultimo Programma di Sviluppo Rurale (Psr) ha promosso con interventi concreti l’insediamento dei giovani in agricoltura, destinando al solo comparto vitivinicolo circa quattro milioni di euro. “I giovani da alcuni anni guardano con interesse all’agricoltura – dichiara l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Gianni Fava – e la sfida sarà, per favorire un ricambio generazionale ancora complesso nelle sue dinamiche, fare in modo che migliori il reddito delle imprese agricole. Se riusciremo a fare in modo che i mercati, interno e internazionale, premino la qualità delle produzioni, così come negli ultimi anni è avvenuto nel mondo del vino, riusciremo a garantire un futuro al Made in Italy”. Non a caso l’edizione di Vinitaly 2016 è stata presentata oggi in Regione Lombardia con un tributo a tre giovani imprenditrici: Diletta Cavalleri, produttrice di vino in Franciacorta, Cristina Cerri dell’azienda agricola Travaglino in Oltrepò Pavese, e Claudia Crippa dell’azienda agricola Le Coste, nel comprensorio dell’Igt Terre Lariane. “Rappresentano a diverse latitudini il futuro della vitivinicoltura lombarda di qualità – ha evidenziato Fava – e saranno fra le 200 aziende che esporranno alla rassegna di Verona”.
IL SUCCESSO SUI MERCATI ESTERI
Un futuro che, per le oltre tremila aziende vitivinicole presenti in Lombardia, va nel segno di una diffusione sempre più ampia sui mercati esteri. Tra il 2010 e il 2015 il valore dell’export dei vini lombardi è infatti cresciuto del 20%, arrivando a quota 255 milioni di euro. Proprio per promuovere ulteriormente le esportazioni quest’anno il Padiglione Lombardia, realizzato e finanziato in Accordo di programma da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, proporrà un’importante novità: una Sala degustazione da oltre 30 posti destinata in primo luogo ad accogliere le delegazioni di buyer stranieri. “Oggi che la sfida si gioca più che mai sui mercati internazionali, il nostro obiettivo è quello di sostenere i produttori favorendo il loro incontro con i clienti stranieri”, ha spiegato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia. “Negli ultimi anni – ha aggiunto – sono stati raggiunti dei risultati considerevoli, ma il patrimonio ineguagliabile sia in termini di varietà sia in termini di qualità su cui può contare la Lombardia garantisce ampi margini di crescita. Siamo la regione con maggiore possibilità di scelta in Italia, con spumanti di fama internazionale, passiti da meditazione, grandi rossi eroici di montagna, bianchi eleganti, rosati dall’incomparabile fascino, bianchi e rossi fermi e frizzanti, oltre a varie produzioni di nicchia di inestimabile valore. Per questo – ha concluso il presidente di Unioncamere – dobbiamo coltivare l’ambizione di fare del vino un fattore riconosciuto di eccellenza per la nostra Regione, al pari di moda e design”.
L’IMPEGNO COMUNE DEI CONSORZI
È con questo obiettivo che il Padiglione Lombardia proporrà un fitto calendario di incontri e degustazioni per buyer, operatori e giornalisti che vorranno conoscere meglio la variegata offerta dei vini lombardi. Una serie di iniziative frutto della collaborazione tra la Regione Lombardia, il Sistema camerale lombardo e i Consorzi di tutela dei vini lombardi, i quali più che mai quest’anno sono stati capaci di unire le forze per un impegno comune. Saranno soprattutto loro a valorizzare un sistema regionale che, pur contribuendo solamente per il 3% in termini di volumi alla produzione nazionale, copre ben l’8% delle Denominazioni di qualità: 5 Docg, 22 Doc, 15 Igt, tutte frutto della varietà di ambienti, di clima e terroir che caratterizzano la Lombardia. Una terra di grandi laghi, colline e montagne, che quest’anno sarà perfettamente rappresentata a Vinitaly 2016 da Consorzio Franciacorta, Consorzio Lugana, Consorzio Moscato di Scanzo, Consorzio Oltrepò Pavese, Consorzio Provinciale Vini Mantovani, Consorzio San Colombano, Consorzio Terre Lariane, Consorzio Valcalepio, Consorzio Valtellina, Consorzio Valtènesi ed Ente Vini Bresciani (per Montenetto, Botticino, San Martino della Battaglia e Cellatica).
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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