Giampaolo Tabarrini, il vignaiolo alieno. Nuova cantina “spaziale” a Montefalco

Barba incolta, fisico asciutto. Un’allergia manifesta per camicie e cravatte: meglio una felpa e dei comodi jeans. Dettagli fuorvianti quelli che, a prima vista, fanno somigliare Giampaolo Tabarrini più a un vignaiolo del Kakheti – tutto qvevri, Rkatsiteli e Saperavi – che all’alieno che dimostra d’essere, mentre racconta come stia trasformando la sua cantina in un concentrato di avvenirismo e tecnologia. Montefalco come Cape Canaveral, o giù di lì. Per l’esattezza è la frazione Turrita a ospitare “l’Area 51” del vino italiano. Piaccia o no a Steven Spielberg, E.T. pare…

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