Paul Mas Reserve, Syrah Pays d’Oc 2013. Mi ha incuriosito questa bottiglia, acquistata in promozione a un prezzo davvero accattivante. Un Syrah francese, dunque, ben presentato in una bottiglia ‘vecchio stile’. L’assaggio è avvenuto durante una cena a base di carne rossa, col preciso obiettivo di confrontare la produzione francofona del noto uvaggio, con quella tutta italiana, più precisamente siciliana (Settesoli, per citare una casa vinicola presente sugli scaffali della grande distribuzione). Il risultato? Luci offuscate da una pesante ombra. Tra le note positive, va sicuramente citata la discreta struttura, sostenuta dai 13,5 gradi che fanno capolino, ma senza affatto infastidire. Altra nota di merito, la lunghezza. Il Paul Mas Reserve Syrah Igp è un vino che inizia morbido, caldo, sapido, per chiudersi sbocciando tra note di ribes e viola in un finale di pepe (più verde che nero) e legno. Ma ecco la nota negativa. Ovvero quell’eccessiva “dolcezza” che lascia al palato come ultimo ‘ricordo’, già riscontrabile al naso. Un aspetto che – almeno secondo il mio gusto – rovina tutto il quadro dipinto in precedenza. In ogni caso, bottiglia dal rapporto qualità-prezzo decisamente buono. Aggiungerei infine qualche nota di carattere “geografico”. E’ noto ai conoscitori del vitigno Syrah come la sua origine sia controversa. C’è chi sostiene addirittura che provenga dall’Iran, chi dalla Sicilia, chi dalla Francia. Sull’etichetta di questa bottiglia francese, il dubbio viene apparentemente svelato, ovviamente a favore dei nostri vicini d’Oltralpe. Il Syrah “proviene dalla regione Pays d’Oc, a sud della Francia”. “Gli sorride il Mediterraneo – si legge ancora – su una fascia territoriale estesa dal mare fino ai piedi delle colline, tra la valle del Rodano e i Pirenei”. I ‘cugini’ non si smentiscono mai.
Prezzo pieno: 4,50 euro
Acquistato presso: Esselunga
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila (in primis quelli cagionati da haters e “screditatori” seriali). Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia.