L’associazione dei distillatori sottolinea come l’uso errato della parola “Grappa” indebolisca la reputazione del prodotto e generi confusione nel consumatore
AssoDistil, associazione che da 80 anni rappresenta e tutela le principali realtà della distillazione italiana, stigmatizza l’utilizzo improprio del termine “Grappa” da parte dei media. Recentemente, da parte di alcuni organi di stampa e mezzi di comunicazione, “Grappa” è stato associato ad alcuni episodi che si sono verificati all’interno di Istituti Penitenziari. Episodi che hanno portato al sequestro di oggetti vietati tra cui bevande alcoliche autoprodotte.
DIFENDERE LA REPUTAZIONE DELLA “GRAPPA” ITALIANA
L’utilizzo del termine “Grappa” per indicare prodotti alcolici privi di qualsiasi controllo sanitario e qualitativo indebolisce la reputazione di un’eccellenza italiana. Allo stesso modo la definizione impropria di una “vera e propria distilleria” riferita a una produzione non autorizzata fuorvia l’opinione pubblica. Si genera confusione tra un prodotto legale, certificato, storico, di qualità garantita dalla competenza decennale di mastri distillatori e da enti di certificazione accreditati, e un alcolico di produzione incerta, clandestina e di qualità molto dubbia per giunta non certificata da alcun ente accreditato.
«A tutela della reputazione non solo del prodotto, dei suoi produttori e dei consumatori, ma anche del significato culturale dell’eccellenza Made in Italy, invitiamo i media a prestare una maggiore attenzione nell’utilizzo delle giuste terminologie. La Grappa IG è un vanto della distillazione italiana da non confondere con altri intrugli prodotti in maniera dilettantesca ed estemporanea che possono risultare anche dannosi per la salute», ha rimarcato Sandro Cobror, Direttore di AssoDistil.
GRAPPA: PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO
La Grappa è un prodotto fortemente identitario del patrimonio agroalimentare italiano, tutelato da una normativa specifica (DM 28 gennaio 2016) e riconosciuto come Indicazione Geografica (IG). Secondo quanto stabilito dal Decreto Ministeriale del 30 settembre 2011 del MASAF, la denominazione “Grappa” può essere attribuita esclusivamente all’acquavite di vinacce ottenuta da uve provenienti, vinificate, distillate ed elaborate integralmente sul territorio nazionale, in impianti riconosciuti e secondo metodologie produttive rigorose e conformi al disciplinare.




