(5 / 5) Ecco un altro ottimo Bonarda dell’Oltrepò Pavese. Un prodotto che si eleva dal bassissimo livello che le logiche della grande distribuzione organizzata “impongono” a una Doc che, ad alti livelli, è ancora più che mai sconosciuta ai clienti dei supermercati italiani. Sotto la nostra lente di ingrandimento finisce oggi il Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc frizzante Vigna della Composta, integralmente prodotto e imbottigliato all’origine dall’azienda agricola Fratelli Agnes di Rovescala. Siamo nella zona Est della Denominazione, in un paesino di mille anime arroccato sulle tipiche colline che caratterizzano il paesaggio oltrepadano. A pochi chilometri dal Piacentino. Nel calice, il Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc frizzante Vigna della Composta si presenta di un rosso rubino intenso tendente al viola con spuma violacea vivace, che si discioglie lentamente pur nella sua evanescenza. All’esame olfattivo risulta intenso e gradevole, schietto, fine. Di complessità sottile, si fa apprezzare per la pienezza delle note di marasca, lampone, fragola e mora. Ritroviamo corrispondenza di questi sentori anche al palato, dove il Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc frizzante Vigna della Composta si rivela di corpo, caldo (13% ben calibrati), morbido. Vino secco, sfodera un’ottima acidità e una leggera sapidità che aggiunge freschezza alla beva, favorita da un tannino giusto. Un Bonarda decisamente equilibrato, anche dal punto di vista retro olfattivo: intenso, fine, persistente e maturo. “Un vino da vigna, vero, secondo tradizione e di qualità”, come lo descrive la stessa etichetta. L’abbinamento perfetto? Quello con gli antipasti e gli affettati dell’Oltrepò Pavese come il salame di Varzi. Vino a tutto pasto per antonomasia, accompagna anche cassoeula, cotechino e zampone. Unico neo: l’azienda produttrice, la Fratelli Agnes di Rovescala, si è rifiutata di fornire a vinialsupermercato.it la scheda tecnica del prodotto in questione, contente tutte le specifiche. Dall’etichetta evinciamo tuttavia che la “Vigna della Composta”, che darebbe vita all’omonimo Bonarda finito sotto la nostra lente di ingrandimento, si estende sulla dorsale di una collina volta a sud, delimitata da un perimetro di 1542 passi. Il terreno, composto da zolle compatte d’argilla bruna, ospita viti di oltre 80 anni con grappoli ristretti e radi, a forma di pigna, con acini piccoli e irregolari.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila (in primis quelli cagionati da haters e “screditatori” seriali). Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia.