I migliori Schioppettino di Prepotto: il vino rivelazione di Vinitaly 2019 in 12 etichette

L’autoctono friulano conquista per le caratteristiche di freschezza, struttura e attitudine all’affinamento


VERONA –
Ci sono storie, nel mondo del vino, che hanno titoli strani. E trame complicate. Prendi lo Schioppettino di Prepotto e prova a premere “Play”, sul telecomando. Il titolo pare un’onomatopea. E infatti, bum. Nella prima scena “scoppietta” un acino.

Un bell’acino. Di quelli gonfi e maturi. Con la buccia tesa, sottile. Pronto per un’accurata vendemmia. Il film si gira a Prepotto. Dall’inizio alla fine. A Prepotto soltanto. In provincia di Udine. Settecentosessantanove abitanti. Dieci più, dieci meno.

Seconda scena, la camera allarga lo zoom. Eccoli. Siamo sui Colli Orientali del Friuli, che danno la Doc allo Schioppettino di Prepotto. Close up improvviso. Scena numero tre. Consiglio comunale in corso in municipio, nel piccolo borgo udinese.

LA STORIA

Sindaco, giunta e consiglieri sono riuniti in seduta straordinaria. Un solo punto all’ordine del giorno: la difesa dello Schioppettino, che sta scomparendo. L’alzata di mano non lascia spazio a interpretazioni. All’unanimità si vota per inserirlo nell’elenco dei vitigni autorizzati. Sullo schermo appare l’anno: è il 1977.

Quattro anni dopo, nel 1981, quel plebiscito si concretizza nero su bianco. E nel 1987, dopo l’avallo della Comunità Europea, lo Schioppettino di Prepotto – noto sul posto anche come “Ribolla Nera” o “Pokalça” – diventa Doc.

Ancora oggi, a Prepotto, qualcuno non ha cambiato canale. Sono i 30 produttori locali che lavorano circa 40 ettari, distribuiti in maniera longitudinale tra i 100 e i 150 metri sul livello del mare. La media annuale si aggira sui 130 ettolitri, che equivalgono a 80-90 mila bottiglie complessive.

Venti le cantine che fanno parte dell’Associazione Produttori Schioppetino di Prepotto, che a Vinitaly ha proposto a WineMag.it una degustazione di 12 etichette: 7 della vendemmia 2016 e 4 della vendemmia 2015. Un film mai visto prima, che vede i vignaioli impegnati nella comune promozione dell’antico e raro vitigno.

L’associazione, presieduta dalla produttrice Anna Muzzolini, condivide il disciplinare produttivo che prevede una versione “base” dello Schioppetino di Prepotto (in commercio non prima di due anni dopo la vendemmia) e una versione Riserva (4 anni minimo di affinamento in cantina).

LA DEGUSTAZIONE


Schioppettino di Prepotto Doc 2016, Ronco dei Pini: 87/100
Rosso rubino. Vino fresco, in fase giovanile ma già molto piacevole ed equilibrato. Ottima corrispondenza gusto olfattiva, giocata sul frutto rosso come il ribes, accenni di macchia mediterranea e pepe nero. Gran beva. Vino di gran precisione, scultoreo.

Schioppettino di Prepotto Doc 2016, Marinig Valerio: 84/100
Rosso rubino. Primo naso più sulla spezia che sul frutto di bosco. Accenni vinosi e “foxy” dosati, che rendono il quadro olfattivo piacevolmente verticale e scalare. In bocca sorprende ancora, per il gioco tra frutto e mineralità salina. Chiusura speziata rinfrescante. Vino vivo, in evoluzione.

Schioppettino di Prepotto Doc 2016, Antico Broilo: 88/100
Rosso rubino. Naso molto intenso e profondo, su spezia e macchia mediterranea, con l’immancabile frutto di bosco. Bella beva, tra il salino spiccato e il fruttato preciso, masticabile. Chiusura nuovamente sulla spezia, tra il pepe verde e quello nero. Vino decisamente complesso e fase crescente.

Schioppettino di Prepotto Doc 2016, Vigna Lenuzza: 86/100
Rosso rubino. Spezia in primo piano, al naso. Pepe nero e richiamo netto di origano, sul frutto di bosco che tende al maturo, senza sforare nella confettura. Completa l’olfatto un marcatore vinoso, che poi si ritrova in un palato piuttosto giovane e scontroso, sferzato da un tannino giovane. Vino futuribile.

Schioppettino di Prepotto Doc 2016, Vie d’Alt: 84/100
Rosso rubino. Meno freschezza del frutto al naso rispetto ai precedenti campioni, anche se conserva la venatura speziata. Tende alla confettura il palato, anche troppo scorrevole. Vino pronto.

Schioppettino di Prepotto Doc 2016, Stanig: 87/100
Rosso rubino. Si torna sul consueto standard di frutto e di spezia, ma il naso qui rivela caratteristiche uniche: di terra, di muschio, di fungo, in un contorno di pepe nero e frutto come ribes e mirtillo. Un quadro molto piacevole, come piacevole è il sorso, che rivela per di più un’ottima freschezza.

Schioppettino di Prepotto Doc 2016, Grillo Iole: 86/100
Rosso rubino. Vino che nella sua semplicità si rivela molto tipico: scorrevole ma consistente la beva, su tinte corrispondenti al naso: frutto giustamente maturo, tannino che gioca a smorzare la spinta glicerica. Di prospettiva.


Schioppettino di Prepotto Doc 2015, Vigna Traverso: 87/100
Mora selvatica e spezia nera al naso. Sentori molto chiari, netti, precisi. Palato corrispondente. Chiusura leggermente amaricante, sul disegno tratteggiato da un tannino vivo, in fase di integrazione. Giovanissimo.

Schioppettino di Prepotto Doc 2015, RoncSoreli: 88/100
Frutto tendente al maturo al naso, ma in maniera precisa. Accenni vinosi ed evolutivi come il cuoio, che evidenziano l’anno in più sulle spalle. In bocca frutto e spezia, con il corredo della macchia mediterranea, rimasto appena accennato all’olfatto. Chiude su note di liquirizia dolce. Un vino di gran gastronomicità.

Schioppettino di Prepotto Doc 2015, La buse del lôf: 84/100
Ovvero “la tana del lupo”. Un vino che si rivela di beva piuttosto agile e semplice, anche se non banale, sul frutto e sulla spezia leggera. Buona corrispondenza tra naso e palato.

Schioppettino di Prepotto Doc 2015, Vigna Petrussa: 89/100
Vino di gran equilibrio, giocato più sull’eleganza che sulla potenza. Frutto e spezia sottile, quasi sussurrata. Chiusura preziosa, su note precise, minerali e saline, nonché di liquirizia. Una vino con ottimi margini di positivo affinamento.

Schioppettino di Prepotto Doc 2015 “Gli Stormi”, Colli di Poianis: 85/100
Naso elegante, dal taglio enologico internazionale, giocato sul ribes e sul frutto di bosco giustamente maturo. Non è questo che lo “porta” all’estero ma l’esuberanza dei tratti vagliati. In bocca un tannino felpato, setoso, con la frutta un po’ penalizzata dai ritorni della tostatura.

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