Adesso il vino naturale è “un incanto come Venezia”. Ma solo perché “ogni tanto puzza”

ultima assurda sparata social. Il problema? E’ di Arké, la distribuzione della famiglia Maule (VinNatur)


EDITORIALE –
“Incipit dell’anno: i vini naturali sono un po’ come Venezia: a volte puzzano un po’, ma sono sempre un incanto“. La sparata è comparsa sui social, a fine 2018. Non su uno dei gruppi di intransigenti e ultras del “vino naturale“, bensì sulla pagina di Arké, la distribuzione “green” della famiglia Maule. La stessa che organizza “Villa Favorita” (oggi VinNatur Tasting), con il patron Angiolino Maule.

Seguono, come spesso accade sui social, i relativi hashtag: #vininaturali #naturalwine #venezia #arché #arke #maulismo #puzza #stinking” e la traduzione in inglese: la ciliegina sulla torta dell’epic fail.

Domande spontanee, non me ne vogliano i promotori del post: le cantine distribuite da Arké producono vini che “a volte puzzano”? Il “vino naturale” deve “puzzare“? Il bello del vino naturale è la “puzza”?

Sembra incredibile leggere tali affermazioni se si pensa al ruolo di grande rilevanza e credibilità di Angiolino Maule nel segmento “di nicchia” dei vini naturali. Tutto tranne che un estremista o un amante dei vini con i difetti, almeno per come ho avuto modo di conoscerlo in questi anni.

Tanto è vero che VinNatur si è dotata di un protocollo produttivo ristrettissimo. Un vero e proprio Disciplinare. Con tanto di enti certificatori e ispezioni (a sorpresa) in cantina. Qualcuno, di fatto, ci ha già rimesso “le penne”.

I difetti nascondono il vero terroir e la vera espressività del vino, non dobbiamo mai dimenticarlo. Io e molti altri che hanno l’umiltà delle proprie azioni abbiamo sempre ammesso i nostri errori.

Per primi ce ne scusiamo e ci impegniamo ad affrontarli e capire come non ripeterli. Quando presento i miei vini sono il primo a dire “buono, però ora che lo assaggio, lo avrei fatto diversamente e forse migliore!” Angiolino Maule, intervista del 27/01/2018

VIGNAIOLI IN OSTAGGIO
Che le responsabilità dei figli non debbano ricadere sui padri è vero quanto il contrario: Arké è “gestita” da Francesco Maule, figlio di Angiolino, e sua moglie Erica Portinari. Ma il collegamento tra la distribuzione di famiglia e la kermesse VinNatur è intellettualmente doveroso.

La verità è che ogni giorno, in Italia, un vignaiolo si sveglia e prende 3 pastiglie di Malox a colazione, a causa degli ultras del vino naturale. Ma non può dirlo ufficialmente, perché è (anche) in loro ostaggio. Come se non bastassero la burocrazia, i costi di gestione e le avversità di un clima pazzo.

Il modo di comunicare il “vino naturale”, a fronte di una sempre maggiore necessità di regolamentazione del termine, va cambiato. Parliamo di vino buono e basta. E basta con tutte queste menate della “puzza”. Neppure le fogne e le stalle puzzano più, grazie ad alcuni accorgimenti all’avanguardia (vedi sotto). Figurarsi se debba puzzare il vino.

® Riproduzione riservata

sostieni winemag.it

Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.

Dello stesso autore

Altri articoli dalla stessa categoria

3 Thoughts to “Adesso il vino naturale è “un incanto come Venezia”. Ma solo perché “ogni tanto puzza””

  1. Elvidio Alessandri

    Caro Bortone, sono d’accordo con il suo articolo, ma mi va di fare alcune precisazioni. La prima è che come vignaiolo non mi sento “ostaggio” dei cosidetti “naturali”, anzi. Vado alle degustazioni dei naturalisti, assaggio e critico, dico a qualche produttore che il suo vino fa schifo quando non mi piace, e quando invece mi piace sospetto e dico che non credo sia “naturale”, ecc… (la cosa che li infastidisce di più è quando li definisco ineleganti, una volta ho rischiato di essere picchiato). Mi confronto e di conseguenza mi tranquillizzo perché penso che, alla lunga, per questi “brutti, sporchi e cattivi” non c’è tanto futuro. Già la loro aggrssività verbale sta calando, la stessa definizione “naturale” sta assumendo un significato non sempre positivo e se guardiamo alla Francia, dove il fenomeno è cominciato dieci anni prima, notiamo che se neparla sempre meno. Perciò tranquilli: passerà, si certo che passerà, come tante altre mode enoiche.

    1. Buongiorno Elvidio, concordo con lei. In “ostaggio”, come ho scritto, sono i produttori onesti di “vino naturale”, nei confronti delle orde di “bevitori” da stadio di vino naturale, che usano i social per sfogare chissà quale frustrazione quotidiana. Ho raccolto diversi commenti di questo genere da parte dei produttori. Buona giornata

    2. Pietro Fasola

      Gentile Elvidio,

      mi faccia capire, alle “degustazioni naturaliste” se il vino non le piace allora è naturale, se invece è buono sospetta che non lo sia. Questo è il suo modo di confrontarsi?

      Del fatto che se ne parli molto meno, commerciando vino, mi tocca ahimè smentirla… almeno per quanto riguarda il mercato italiano.

      Saluti

Leave a Comment