Vedo la Fisar in fondo al tunnel

EDITORIALE – C’è un barlume di Fisar in fondo al tunnel dell’enofighettismo incravattato italiano. Con la firma della “Carta dei Vini” in abbinamento alle Vellutate Bonduelle, la Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori accende la luce sul segreto di Pulcinella del vino italiano: la grande distribuzione.

Secondo i dati Nielsen di maggio 2018, il vino degli ipermercati, supermercati e discount vale 2,35 miliardi di euro. Sono 7,5 i milioni di ettolitri prodotti per la Gdo e 790 milioni i pezzi venduti tra vino e spumante, nei formati disponibili. Un giro d’affari del 71% a valore e del 59% a volume. Con i discount che rappresentano il secondo mercato a volume con il 28% (16% a valore).

Eppure, per molte cantine, parlare di Grande distribuzione è ancora un tabù. Molte di queste winery strafighe chiudono i bilanci in positivo grazie al canale moderno. Ma non si dica. Non si faccia troppa pubblicità alla linea destinata ai supermercati, perché “stiamo tentando di riposizionarci sull’alta gamma, con l’Horeca”.

Frasi di cui si riempie la bocca il 90% dei commerciali delle cantine italiane, che da una parte strizzano l’occhio al canale tradizionale e dall’altra attendono di stringere le mani del prossimo buyer Gdo. Magari proprio in qualche nuovo centro commerciale di Milano, Roma o Palermo.

E ALLORA VIVA LA FISAR
Ecco spiegata – cifre e indiscrezioni alla mano – la portata epocale dell’operazione che vede coinvolta la sommellerie Fisar e il marchio di minestroni fondato in Francia nel 1853, da Louis Lesaffre e Louis Bonduelle. E’ chiaro che – per una volta – non si parla di caviale, grandi chef, o ristoranti stellati.

Nel concreto, sugli scaffali delle maggiori catene della grande distribuzione di tutta Italia, sono a disposizione da inizio ottobre “I Piccoli Piaceri Bonduelle“. Si tratta di 3 speciali vellutate al gusto di Zucca & Salsa Sambal, Carote, Patate Dolci & Zenzero e Peperoni & Peperoncino, accompagnati da una carta dei vini digitale.

Fisar ha studiato tre abbinamenti per tipologia, “per offrire diverse esperienze gustative e guidare i consumatori, anche quelli meno esperti, nella scoperta delle eccellenze enoiche nazionali e dell’arte dell’abbinamento vino-cibo”. Chapeau.

Finalmente – e non solo per ragioni di “conti” – l’aristocratico mondo dei sommelier china la testa e guarda al volgo, alla gente comune. Quella che fa la spesa al supermercato al fine settimana, o la notte ai Carrefour aperti 24 ore, perché di giorno lavora.

Una dimensione popolare che manca a molti giovani freschi di diploma, pronti a buttare sui social le foto delle “bocce” da 70 euro acquistate nell’enoteca convenzionata. Il primo passo, quello di Fisar con Bonduelle, verso un cambio di rotta che deve riguardare anche i docenti della sommellerie nazionale, troppo spesso pronti a suggerire agli studenti dei “riferimenti” territoriali pressoché precompilati, al posto di spingerli a scoprire i territori, sporcandosi le scarpe in vigna e in cantina.

“Il progetto firmato con Bonduelle – dichiara Graziella Cescon, presidente nazionale Fisar – è una grande opportunità per far avvicinare un pubblico sempre più ampio al meraviglioso mondo del vino, in particolare quello italiano”.

“Guidare il consumatore alla scoperta di abbinamenti inediti tra un prodotto di grande consumo come le vellutate e le migliori produzioni vinicole – conclude Cescon – contribuisce sicuramente allo sviluppo di un cultura enogastronomica consapevole e alla portata di tutti e non solo dei winelover più esperti”.

E allora avanti tutta, con questo e con il prossimo “governo” della Federazione, prossimo al rinnovo elettorale. Viva la Fisar. E viva i minestroni caldi, da versare a cucchiaiate su critiche fredde come il rigor mortis degli anti progressisti e dei “negazionisti”.

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