STRASBURGO – La Federazione europea dei Vini di Origine (Efow) ha presentato all’Intergruppo Vini dell’Unione europea una proposta di autoregolamentazione sulle indicazioni nutrizionali e gli ingredienti del vino in etichetta.
Il commissario Andriukaitis ha accolto i rappresentanti della European Federation of Origin Wines il 12 marzo, nella sede del Parlamento europeo di Strasburgo.
“Il settore del vino – spiega Il presidente di Efow, Bernard Farges (nella foto) – ha presentato una proposta ambiziosa per fornire ai consumatori le informazioni più rilevanti sul processo di trasformazione dell’uva in vino, inclusi gli additivi e il valore energetico derivante dall’alcol e dagli zuccheri residui”.
Una discussione destinata ad accompagnare il mercato del vino almeno per i prossimi 3 anni. La timeline dell’Efow, di fatto, si estende fino al 2021. Se la proposta venisse accettata, i consumatori potrebbero trovare sull’etichetta del vino le informazioni relative al suo contenuto calorico. Come accade oggi per i succhi di frutta o le merendine.
Così, oltre alle informazioni obbligatorie sul contenuto di solfiti, su uno spumante Brut potrebbero comparire formule come questa: 100ml: E= 301kJ/72kcal.
Un ulteriore ausilio ai consumatori potrebbe essere fornito dal web. E’ infatti allo studio una piattaforma sulla quale poter trovare tutte le informazioni nutrizionali sul vino prodotto nei Paesi dell’Unione europea. Uno degli strumenti al vaglio è il portale di WineinModeration, che potrebbe essere indicato sulle etichette di vino.
“I produttori non hanno nulla da nascondere ai consumatori – ha precisato Farges – e sono orgogliosi di rispettare severi regolamenti sulle pratiche enologiche che si applicano ai vini a denominazione di origine protetta. I diversi tipi di vini sono disciplinati dalle normative UE, per garantire che i consumatori non siano fuorviati negli acquisti e nel consumo”.
“Con questo ci riferiamo anche al contenuto alcolico derivante dalla fermentazione e agli allergeni. Domani, per esempio, sarà indicato anche l’uso in alcuni vini di sostanze edulcoranti”.
Solo gli additivi del vino che non sono considerati come processing aids (ovvero “ausiliari di elaborazione” o “coadiuvanti tecnologici”) durante il processo di vinificazione, come definito nell’OIV, devono essere inclusi nell’elenco degli ingredienti, ai sensi dell’articolo 20 del regolamento UE n. 1169/2011.
Farges ha precisato che “il settore intende innovasi attraverso la dematerializzazione e l’informatizzazione, che renderebbe le informazioni disponibili in molti lingue, senza danneggiare la competitività degli operatori”.
“Speriamo che questa proposta di la regolamentazione sarà integrata in un quadro giuridico europeo per salvaguardare il mercato unico – ha concluso il presidente Efow – ma anche per rendere più trasparenti le pratiche di produzione dei vini importati. Pratiche come l’aggiunta di acqua, che a volte divergono da quelle dell’Ue”.
In Italia vigila sul dibattito la Federazione italiana vignaioli indendenti (Fivi), che si batte per vedere approvate – quantomeno – alcune deroghe ed esenzioni per i piccoli produttori.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila (in primis quelli cagionati da haters e “screditatori” seriali). Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia.