The Wine Advocate 2016: cartellino rosso per i Sauvignon friulani

La tutela del giudizio ed il rispetto per i consumatori americani sopra ogni cosa. Questa la ragione che ha spinto Monica Larner, ad escludere i produttori di Sauvignon friulano dalle recensioni 2016 della nota rivista americana The Wine Advocate. Nel corso del mese di settembre 2015, tra Udine e Gorizia erano stati sequestrati in 17 cantine, una serie di campioni di mosto, contenenti un preparato innocuo dal punto di vista della salute, ma non previsto dal disciplinare di produzione. Il preparato, riconducibile al consulente Ramon Persello, collaboratore di numerose cantine friulane e non solo, indicato come ”genio della chimica” sarebbe stato in grado di esaltare i profumi del vino rendendoli concorrenziali anche nelle annate peggiori. Le lunghe tempistiche della nostra giustizia ,che non si sono smentite nemmeno per la Sauvignon Connection, non hanno aiutato la responsabile italiana della rivista, che ha atteso fino all’ultimo notizie certe dalla magistratura. ”Proprio per riuscire ad avere più certezze sulla vicenda ho fatto slittare il capitolo della rivista dedicato ai vini friulani ad aprile, quando tradizionalmente esce quattro mesi prima, tra novembre e dicembre. Ma ormai non possiamo più aspettare, perchè la vendemmia 2015 è praticamente già in commercio”. La rivista non è nuova a queste decisioni, aveva destinato la stessa sorte nel 2008 al Brunello di Montalcino, per lo scandalo Brunellopoli. Uno stop cautelativo dunque, per queste etichette che sono molto apprezzate dai consumatori americani e che hanno un grosso riscontro in termini economici per i produttori, considerato che il prezzo al dettaglio negli States si aggira intorno alla media dei 100 dollari. In attesa dei risultati delle analisi della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento), guidate dal dottor Mario Malacarne e di ulteriori sviluppi sull’inchiesta, Monica Larner parlerà comunque dell’accaduto durante la presentazione dell’annata vinicola friulana, senza entrare però nei particolari di quello che è uno scenario davvero dalle tinte fosche.”Può darsi che sia scaturito tutto da qualche invidia tra vignaioli, non mi stupirei e non sarebbe una caratteristica solo dei friulani, funziona così un po’ in tutta Italia, basti pensare che a Montalcino, dove si produce il Brunello, arrivano persino a rigare le auto dei concorrenti” ha osservato la curatrice.

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