Vino e arte: un racconto che attraversa i secoli. Una liaison che si rinnova e fa incontrare antico e moderno in Romagna. Protagonisti Galassi, celebre brand del vino con sede a Forlì, e il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina. Insieme in un progetto di respiro internazionale.
Il marchio Galassi, infatti, ha deciso di rinnovare la propria immagine vestendo le etichette con alcuni segmenti del celere mosaico “Trionfo di Dioniso”. Non un restyling di facciata, bensì un tocco artistico elemento di identità di un vino che si riconosce in alcuni valori di riferimento: territorio, storia, cultura e arte.
Le nuove etichette complessivamente sono quattordici e riguardano tutte le referenze della linea dei vini. “Galassi, un sorso di Romagna”, per parafrasare un celebre claim, è divenuto in questi anni un marchio regionale, che ha allargato gli orizzonti alla gamma di vini come il Pignoletto e Lambrusco, in aggiunta agli storici Romagna Sangiovese, Trebbiano, Cagnina, Pagadebit, Albana, Novello.
Ognuno di questi vini, a partire dal mese di dicembre, porterà in dote un’etichetta con un frammento del “Trionfo di Dioniso”. La scelta di questo mosaico non è casuale. Se comunemente il vino viene definito il “nettare di Bacco”, mutuato dalla cultura romana, lo stesso si può dire di Dioniso, divinità della cultura greca. E proprio a Dioniso fa riferimento il pregevole Mosaico ospitato nel Museo Archeologico Nazionale di Sarsina.
IL MOSAICO
Rinvenuto nel 1966 nel pavimento di una Domus Romana a Sarsina, è stato ricomposto ed esposto in una parete verticale per l’esposizione al pubblico. L’immagine di circa 50 metri quadrati rappresenta Dioniso su un carro trainato da tigri e governato da Pan e da un Satiro. Il medaglione è attorniato da una grande “ruota” con inscritte figure di animali esotici; negli spicchi sono le figure umanizzate dei quattro venti.
Le forme decorative si riconducono poi al rettangolo con sei quadri abitati da fauni, sileni e menadi danzanti (figure mitologiche componenti il corteo dionisiaco). Intorno, è un grande tralcio di acanto in cui si intercalano fiori e palmette: in alto una fascia in bianco e nero con scene di caccia conclude il gigantesco pavimento.
Un chiaro esempio del magnifico splendore a cui era giunta la città romana alla fine del II secolo d.C. In Italia, infatti, pavimenti di questa mole e fattura son visibili solo a Piazza Armerina in Sicilia. Il mosaico è realizzato con la tecnica detta a piccole tessere in marmo e pasta vitrea. Il mosaico decorava un triclinium estivo, caratteristica sala da banchetto all’aperto.
I vini interessati al progetto sono: Sangiovese superiore Romagna doc; Sangiovese Romagna doc; Trebbiano Romagna doc; Pignoletto doc frizzante; Pignoletto doc spumante; Pagadebit Romagna doc; Cagnina Romagna doc; Novello Sangiovese Romagna doc; Albana dolce Romagna docg; Pinot bianco-chardonnay frizzante igt; Spumante extra-dry millesimato; Montepulciano d’Abruzzo doc; Lambrusco secco igt; Lambrusco amabile igt.
Come illustrato dall’enologo del Gruppo Cevico, Pierluigi Zama, le uve di sangiovese Galassi sono al centro di processo di selezione degli acini. Dopo un’attenta cura in vigna, grazie a un innovativo processo tecnologico, le uve di sangiovese sono poste in una soluzione di mosto e vengono selezionate acino per acino in base al grado di maturazione, consentendo di dedicare il prodotto migliore ai vini di qualità.
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