Birra Wayan, Birrificio Baladin

Finisce oggi, sotto la lente di ingrandimento di vini al supermercato una birra artigianale, Wayan di Baladin. Un fenomeno, quello dei birrifici e micro birrifici in continua crescita, con un bilancio di oltre 1000 “aziende” operanti ormai nel settore per un folto pubblico di beerlovers.

LA DEGUSTAZIONE
Fa capolino dal nostro bicchiere da degustazione birra Teku con il suo giallo dorato, velata, ma comunque luminosa. La schiuma è bianca, compatta e cremosa, non eccessivamente persistente.

Se il primo profumo che ci arriva è il lievito, cosa piuttosto normale per una birra artigianale, subito dopo si avvertono note di frutta fresca dolce come la pera, agrumi, una pungenza speziata appena accennata ed una vaga nota floreale.

In bocca è scorrevole, la carbonazione le dona grande facilità di beva. Nel pieno del sorso ritroviamo tutte le note di frutta ed agrumi sentite al naso accompagnate da una bella acidità, ma sul finir di bocca le sensazioni cambiano, la speziatura ci solletica piacevolmente lasciando lo spazio a sensazioni floreali di gelsomino e genziana. L’aromaticità non è eccessiva, la persistenza è breve ed il tutto invoglia alla beva.

Nonostante sia opinione comune che l’abbinamento pizza birra sia il migliore, Vi proponiamo di esplorare nuovi accostamenti: la Wayan è estremamente versatile ed è perfetta in abbinamento a formaggi freschi, carni bianche e preparazioni di pesce.

IL BRASSAGGIO
Wayan è prodotta secondo lo stile ”Saison”. Le birre di questo stile sono originarie della Vallonia, la parte francofona del Belgio ed in particolare della porzione occidentale della provincia di Hainaut. “Saison” in francese significa stagione, a simboleggiare la stagionalità di questa tipologia di birre che in tempi passati venivano prodotte nelle fattorie in inverno per essere poi consumate dai lavoratori stagionali (i saisonniers, appunto) durante i mesi estivi. Da qui anche il caratteristico contenuto di alcool “medio”: abbastanza alcoolica da potersi conservare per mesi, ma sufficientemente leggera da essere dissetante. La razione giornaliera prevista per i saisonniers era di massimo cinque litri di birra al giorno.

La ricetta di Wayan è complessa,  numerosi gli ingredienti. 17 quelli riportati in etichetta (acqua, malto d’orzo, farro, malto di frumento, frumento, grano saraceno, segale, luppolo, scorza d’arancia, pepe, coriandolo, scorza di bergamotto, camomilla, cannella, radice di genziana, zucchero e lievito), ma in realtà molti di più. Basti pensare che son ben 5 i tipi di pepe utilizzati.

Rifermentata in bottiglia e non pastorizzata Wayan viene chiusa con tappo in sughero (come i vini) e sigillata con capsula in cera.

IL BIRRIFICIO
Siamo in Piemonte a Piozzo, provincia di Cuneo.Terra di vino, di vino rosso e di Nebbiolo. È qui che i sogni, la passione, la caparbietà di Teo Musso hanno dato inizio alla storia di uno dei più importati birrifici italiani. Era il 1996 e la legislazione italiana non prevedeva la possibilità che si potesse produrre birra in modo artigianale.

Non lo prevedeva ma neppure lo vietava, e così Teo, insieme ad altri “pionieri”, si è fatto largo fra le lacune della legge, fra lo scetticismo di buona parte dell’opinione pubblica e fra una cultura della birra all’epoca pressoché inesistente.

Nell’epoca in qui, per tutt’Italia la birra è poco più che una bibita fresca e con la schiuma pubblicizzata da una ragazza bionda in abito da sposa (“una bionda per la vita”), Teo studia da mastro birraio in Belgio ed inizia la sua avventura.

Oggi Baladin è una realtà di 2.600 metri quadri e 12.000 ettolitri prodotti suddivisi in una trentina di tipologie diverse.

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